Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il professore Sergio Sciarelli.
Di seguito le sue parole:
«Il Consiglio Comunale deve essere un organo di spinta della giunta del sindaco. La paralisi attuale deriva dal fatto che la maggioranza è costruita più per vincere che per amministrare. La composizione interna difficilmente porta alla coesione. Questo è un problema di fondo, nessuno sviluppo si può fare se i vari organi non vanno d’accordo fra di loro.
Uno dei fattori di successo del Napoli di quest’anno è stato il cambiamento del presidente De Laurentiis. A differenza degli anni scorsi ha deciso di dare adito ad un fenomeno che in azienda è denominato imprenditore delegato, vale a dire che quando le cose non andavano bene ha chiamato un allenatore di grandissima fama, gli ha affidato la squadra e anche gli investimenti. Il problema può essere anche che De Laurentiis stia un po’ in silenzio ed eviti interventi a gamba tesa che fanno solo male e si vuole dedicare ai rapporti con le istituzioni, facendo il presidente e parlando al sindaco Manfredi.
In una gestione societaria bisogna distinguere due aspetti: l’aspetto istituzionale e quello manageriale. De Laurentiis ha cambiato stile e ha detto: “Cambiamo stile aziendale e chiamiamo un tecnico di alta fama, affidargli il comando e aspettiamo i risultati”.
La squadra quando scende in campo fa capire che vuole dominare il gioco. Gli acquisti non sono stati soltanto indovinati, ma anche ben combinati. Il Napoli ha una rosa di 15-16 di titolari. Una squadra che è passata dallo scetticismo dell’anno scorso all'entusiasmo di quest’anno in cui si ritiene che il Napoli sia interlocutore dell'Inter o viceversa.
Nel consiglio comunale ci sono alcuni consiglieri che sono delle punte di diamante, che intervengono in maniera appropriata su problemi che riguardano lo sviluppo industriale e il turismo. Poi ce ne sono altri che pensano all’amministrazione del proprio orticello con l’intento di conservare il potere. Siamo in un passaggio delicatissimo. Pare il sindaco abbia deciso di procedere alle nomine. Siamo di fronte ad un momento in cui il potere è l’elemento dominante.
Il processo che riguarda lo stadio è un problema che ha diverse sfaccettature, politiche, giuridiche e tecniche. La politica prevede una linea di massima di accordo, tenendo presente che Napoli sarà capitale dello sport nel 2026. Per quella scadenza non sarà possibile costruire un nuovo stadio. Per quanto riguarda il problema giuridico il sindaco ha avuto la delega, ma non è sufficiente. Quando si tratta di atti di straordinaria amministrazione vanno approvati dal consiglio comunale che deve appoggiare la proposta concordata dal sindaco con il presidente De Laurentiis. Il progetto si costruisce su alcune premesse fondamentali, come che rapporti ci devono essere con il comune e chi è che deve utilizzare questi spazi. Se vogliamo amministrare la città, c’è bisogno che ci sia una volontà politica compatta».