Il ministro Abodi: “Cercheremo di rivedere la legge Melandri sui diritti audiovisivi”

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Il ministro Abodi: “Cercheremo di rivedere la legge Melandri sui diritti audiovisivi”

A margine della sesta edizione dello Sport Talk Industry, è intervenuto Andrea Abodi. Tanti i temi sviscerati dal Ministro dello Sport, dal calcio come ‘economia sociale’ alla legge Melandri, che regola i diritti audiovisivi.

“Quando parliamo di sport parliamo di economia sociale, stiamo cercando di fare un salto di qualità. Il calcio è un’economia sociale che permette di sostenere l’economia sportiva. Cercheremo di rivedere la legge Melandri che regola il sistema dei diritti audiovisivi e la mutualità di sistema. C’è la contribuzione alla riforma Giorgetti che ha restituito l’indipendenza economica allo sport italiano. L’importanza del calcio e della Serie A sono legati a questo, senza un discorso economico non c’è sviluppo. Se la politica non si occupa dello sport è assente, se se ne occupa è troppo intraprendente. Provengo da oltre 40 anni vissuti nel mondo dello sport, sento che non si può perdere tempo e si deve intervenire il prima possibile. Tutto ciò che ho fatto l’ho fatto per il bene dello sport, l’obiettivo è migliorare il modello di sport e la trasparenza dello sport. Non c’è impresa senza reputazione. Serve una relazione di fiducia tra la popolazione e le istituzioni, la legge Melandri verrà riscritta perché sono passati tanti anni. È cambiato il mondo della tecnologia, è cambiato il modello dei contenuti che vengono prodotti. Il proprietario dei contenuti deve arrivare il più vicino possibile a chi ne usufruisce. Non abbiamo ancora le informazioni del cliente finale, il calcio può fare un salto di qualità e scoprire il valore del calcio italiano nel mondo che oggi è molto sacrificato. Questo modello prevede che l’Italia valga quattro volte il mondo, c’è qualcosa che non va. La Lega Serie A deve avere intraprendenza e coraggio, le piattaforme proprietarie dei diritti sono preziose ma il mondo va affrontato con più coraggio. Credo che bisogna studiare dei modelli di collaborazione con partner come il campionato spagnolo, tedesco o francese. Siamo di fronte a tante difficoltà, il nostro calcio nel mondo non viene pienamente apprezzato. Bisogna saper correre, per questo buon lavoro alla Serie A. Va superata l’idea di ogni nazione come mercato chiuso, tra poco si potrà acquisire un prodotto e vederlo in tutta Europa. Bisogna essere avanguardia e non retroguardia, servono intraprendenza e lungimiranza. Io sono per il rispetto delle regole, non ho mai avuto un problema personale con nessuno. Cerco di dare un senso di coerenza ai comportamenti, a me interessa il bene comune, devo pensare agli interessi generali, l’ho giurato davanti al presidente Mattarella. Se mi rendessi conto di non riuscire a servire la comunità farei un passo indietro. Noi abbiamo bisogno di fatti, stiamo cercando di costruire un modello. L’obiettivo è garantire lo sport per tutti tramite le strutture, vogliamo riconoscere il valore dello sport come strumento indispensabile per il collettivo. Gli stadi grazie al lavoro con il ministro Giorgetti avremo gli strumenti finanziari per dare una spinta importante. Questo non riguarderà solo gli Europei del 2032, stiamo lavorando su nove dossier e a breve vedrete i risultati”.

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