L'edizione fiorentina di Repubblica propone un'intervista a Simone Vanni, professore di medicina interna e d’urgenza a Firenze e che dirige la scuola di specializzazione in medicina dello sport dell’ateneo toscano, a seguito del malore occorso ieri sera a Edoardo Bove al minuto 17 di Fiorentina-Inter:
"Si tratta di un evento cardiologico. Se è stato usato il defibrillatore, c’era un ritmo del cuore irregolare, da trattare con quello strumento. Il giocatore potrebbe avere avuto una delle due aritmie cardiache mortali, o una fibrillazione ventricolare o una tachicardia ventricolare, problemi che possono azzerare la capacità del cuore di pompare".
Il dottor Vanni si è poi soffermato sul "caso" dell'ambulanza, che al Franchi ha scosso i giocatori in campo poiché non immediatamente entrata sul terreno di gioco:
"Non significa niente dove si trovava il mezzo di emergenza, comunque vicino. Il dato importante è che in quattro minuti il giocatore sia stato messo sul mezzo. E poi la cura può iniziare già fuori, con il defibrillatore. Intervenire velocemente è importantissimo. Ogni minuto che passa, se c’è un arresto cardiaco, la mortalità aumenta del 10 per cento. È fondamentale l’utilizzo tempestivo e corretto del defibrillatore".
Scorre il tempo e sopraggiunge un macchina che si ferma davanti agli agenti e un uomo chiede di salire le rampe destinate alle ambulanze:
"Devo scaricare i dati del defibrillatore del calciatore". Quando viene diffuso il primo bollettino, che esclude danni acuti al sistema nervoso e cardio respiratorio, i volti sembrano farsi un po’ più distesi. "Uno di noi", dice un tifoso in modo quasi sommesso, con pudore. I giocatori se ne stanno in disparte, lontano dalle telecamere, fanno avanti e indietro a piccoli gruppi. Un altro tifoso osserva la scena a distanza, con l’aria di non vuole disturbare: "È un ragazzo, ha soltanto ventidue anni, deve riprendersi. Siamo tutti con lui". Un altro tifoso ancora, Fabio, dice: "Eravamo allo stadio, è stato un momento terribile, in uno stadio pieno per quella che doveva essere una giornata di festa. Sono cose che ti toccano, la speranza è che si riprenda presto".