Giletti: "Inchiesta Inter? Sono stato minacciato per aver raccontato la verità: un mio programma chiuso dallo stesso editore di Gazzetta"

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Giletti: Inchiesta Inter? Sono stato minacciato per aver raccontato la verità: un mio programma chiuso dallo stesso editore di Gazzetta

Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto il conduttore Rai Massimo Giletti. Di seguito le sue parole:

«Non credo che ci siano coincidenze sui fatti giudiziari che coinvolgono l’Inter. Questa farsa sulla bestemmia di Lautaro Martinez e sull'audio che prima scompare e poi viene ritrovato lasciano interpretazioni e dietrologie di cui il calcio non ne ha bisogno in questo momento. In questo momento ho in mano una cosa molto delicata che riguarda l’Inter e che devo riuscire a finalizzare, ma ci sono vicino.

Quando la manderò in onda farà molto discutere poiché si tratta di frequentazioni all’interno dell’ambiente Inter di un sistema che non appartiene al calcio molto opaco nell'ambito dell’inchiesta sulle curve. Aggiungerà un tassello delicato che getta luci sulla vicenda degli ultras.

Sull’inchiesta sulla curva del Milan non si ancora dà l'aggravante per associazione mafiosa anche se noi abbiamo preso delle intercettazioni del 2018 di personaggi importanti come il cosiddetto Calabrò, uomo di peso del sistema calabrese, che nel medesimo anno si faceva garante di un sistema di controllo della Curva Sud sulle tensione che c’erano all’interno del settore.

Ci sono delle intercettazioni pesanti, ma a Milano nessuno dice nulla. Milano è solo la città delle luci, della moda, del sindaco Sala, dei grattacieli e della bellezza. Tutte le ombre non si raccontano mai e chi le racconta come me viene minacciato. Io vado avanti, non ho paura delle minacce, le curve sono luoghi dove in tutta Italia ci sono personaggi oscuri, violenti e pericolosi.

Il Procuratore Palazzi disse che le intercettazioni dell'Inter nel famoso caso di calciopoli erano peggiori di quelle che riguardavano la Juventus ma chi fece le indagini non guardò quelle intercettazioni e andarono in prescrizione. Io feci un discorso molto duro in cui ho detto che la morale non va mai in prescrizione, cioè che non possono dettare regole di morale i dirigenti nerazzurri.

C’è qualcosa che non torna, nei palazzi di potere c'è qualcuno che manovra tutto il filone delle indagini e dei procedimenti in atto dalla Giustizia. C’è qualcosa che sfugge a questo mondo. Stranamente, l'Inter ne esce sempre pulita, ma non so se questa volta ce la farà. L’Inter si è costituita parte civile ma nel momento in cui si vede che i calciatori regalano orologi e biglietti ai tifosi grazie al capo degli ultras dell’Inter Berretta che sta collaborando per salvarsi la vita, bisogna vedere come si svolgerà la situazione.

Noi siamo garantisti ma dobbiamo aspettare il processo e sono molto curioso. Il mio programma fu chiuso per aver raccontato la verità sulla mafia dallo stesso editore che gestisce la Gazzetta. Il potere trasversale è molto importante poiché decide e fa determinare molte cose.

Marotta lo stimo come persona che sa fare il suo lavoro ma c’è un sistema di controllo intorno che dovrebbe agire indipendentemente dalla bravura della gente. Il potere è fatto di tante cose.

Lo dico da juventino quanto certi poteri juventini abbiano influito in passato, non vivo su Marte, ma qui stiamo parlando di regole e siccome c'è chi si comporta bene e chi si comporta male, la giustizia sportiva serve proprio per colpire in modo rapido viola i regolamenti. Qui vedo che si tarda e mi chiedo: “Come mai?”»

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