"Mi ricandido". È questo l'incipit dell'intervista rilasciata al Corriere della Sera da Gabriele Gravina, attuale presidente della FIGC, in merito a quello che sarebbe per lui il terzo mandato nella Federcalcio italiana. In attesa dell'elezione definitiva del 3 febbraio.
Ma Gravina si è lasciato andare anche ad uno sfogo liberatorio, visti gli accadimenti recenti e a lui contrari. Ecco le parole riportate da TMW: "Certe forme di aggressione che ho ricevuto nelle ultime settimane, e che non hanno precedenti in un Paese civile come l’Italia, non mi hanno impedito di andare avanti. Si è fatto di tutto per indurmi a non candidarmi. Ma non mi conoscono. Ho la capacità e la serenità di andare a testa alta e la coscienza a posto. Non ho commesso nessun reato. Sono rispettoso delle leggi e sono pronto a sottomettermi al giudizio della giustizia italiana. Però è inaudito tutto quello che mi sta accadendo. La Procura di Perugia, il Gip e il Riesame di Roma certificano che sono stato vittima di attività di dossieraggio illecita portata avanti da personaggi che hanno malanimo verso di me. Nonostante questo, si è imbastito un processo mediatico che mi lascia molto perplesso".
Ha dalla sua parte cinque componenti, manca però la Lega di serie A: "Non sottovaluto l’importanza della serie A. Nel mese che manca alla scadenza del deposito della candidatura lavorerò con i presidenti rispettando le loro priorità. Non ne faccio una questione quantitativa, se la facessi dovrei dire che l’82 per cento vota Gravina e il 18 non si sa. Ma io voglio condividere il percorso con la Lega di A come con tutti gli altri".