Ultime notizie - Il dottor Giampiero Patrizi, presidente della Società Italiana di Cardiologia dello Sport, torna a parlare del malore accusato da Edoardo Bove e di tutta la disinformazione che vi è attorno. Queste le sue parole rilasciate a Cronache di Spogliatoio:
"Si è parlato di defibrillatore rimovibile. Questa definizione non esiste perché qualsiasi defibrillatore è rimovibile, a rischio e pericolo del paziente. Se in Italia non si può giocare e in Premier sì è solo una differenza giurisdizionale, non medica. I medici sono tutti concordi che un giocatore con problemi cardiaci non debba svolgere attività sportiva intensa.
In Italia però c'è una legge emanata dopo la morte in campo di Renato Curi nel 1977, per cui per poter giocare a livello agonistico si deve superare una visita di idoneità. Questo all'esterno non c'è. In Inghilterra non c'è un medico che redige un certificato per far giocare quell'atleta, è il professionista che si autodetermina e si assume le responsabilità di giocare nonostante il rischio elevato di ricaduta.
Come per la visità di idoneità, possiamo rintracciare un 90-95% di patologie potenzialmente letali, così anche il defibrillatore non può proteggere al 100% l'atleta e non si ha la certezza assoluta che riesca a defibrillare il cuore. Questo è un concetto che deve passare.
Per ridurre i decessi durante l'attività deve crescere la cultura e la disponibilità di mezzi e persone. L'obiettivo è intervenire con una defibrillazione efficace nei primi 5 minuti. Basta un corso di mezza giornta.
Mi preme dire che va fatto comprendere agli atleti che si trovano ad avere un problema cardiaco che non è consigliabile continuare ad esercitare un'attività strenua. Questo perché un'attività molto intensa può accelerare la progressione della patologia e si aumentano così le possibilità che in futuro il cuore possa defibrillare ancora".