L'onorevole Marco Di Lello, presidente commissione antimafia, ha parlato durante Linea Calcio su Canale 8 del caso Juventus-'Ndrangheta: “Si tratta di una parte secretata. Io non consento a nessuno di accusarmi di napoletanità, posso esserne solo orgoglioso. Spero che la vicenda sia chiusa. Non credo che l'avvocato della Juventus se la possa prendere con me se la Procura di Torino apre un'indagine sulla Juventus e non sul Napoli. Noi ci occupiamo di mafia e questa estate abbiamo deciso di seguire questo intreccio tra la criminalità organizzata e le società calcistiche. L'assurdo che muove la Procura di Torino è che ci sia stato un accordo tra alcuni esponenti del club e della 'Ndrangheta per tenere calma la curva. Se così fosse, per noi sarebbe inaccettabile. Questo vale per la Juve ma per tutti i club: vogliamo liberare gli stadi dalla criminalità. L'Italia è divisa da scelte e tifo, ma noi non siamo in Procura a fare chiacchiere da bar. Mi è stato chiesto scusa e la vicenda si è chiusa lì. Ora dobbiamo continuare nelle nostre indagini, purtroppo devo dire che c'è verità in quanto sta emergendo. Ascolteremo presto Tavecchio, ma anche i presidente di Lega A-B e Lega Pro. Dobbiamo eliminare il fenomeno di bagarinaggio, è la fonte di guadagno per l'acquisto di droga e per le famiglie dei carcerati. La scorsa settimana sono stati arrestati una ventina di tifosi dell'Atalanta per spaccio sugli spalti di droga. Abbiamo attenzionato il Catania, il Crotone e abbiamo chiesto di Napoli”. Clicca sul player per vedere le immagini.