Raffaele Di Fusco, ex portiere del Napoli e oggi allenatore, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: “I numeri parlano per il Napoli. Continuano a tirare fuori la storia che l’Inter ha tantissimi impegni rispetto al Napoli. Ma loro stessi parlano di triplete, perché sanno di essere strutturati per tutte le competizioni. La differenza tra le due è che l’Inter, nonostante tutti gli infortuni, non ha mai cambiato mai il sistema di gioco, che è l’anima di una squadra. Al Napoli basta che manchi un giocatore ed è costretto al cambio modulo. Io credo che al di là di cosa farà in Champions e in Coppa Italia, ma in campionato deve giocare ancora con Bologna, Roma e Lazio. Le emergenze nel calcio ci sono sempre state, significa che gioca una cosiddetta riserva al posto di un titolare. Oggi, però, il Napoli ha ripreso a essere il vero Napoli, che si difende attaccando. Purtroppo, i punti guadagnati a gennaio sono stati persi a febbraio. Noi avevamo in testa ancora il Lukaku dell’Inter e al suo fianco aveva Lautaro. In più, attaccava molto di più la profondità. Oggi gioca in modo diverso, ma sta facendo grandi cose, lo dicono i numeri. Se McTominay e Anguissa trovano lo spazio per andare in area e fare gol, è merito anche dello stesso Lukaku che viene fuori. Io credo che Conte non farà tanti movimenti in difesa dopo l’infortunio di Juan Jesus. La catena di destra formata da Di Lorenzo, Anguissa e Politano è una delle migliori d’Italia. Penso che Conte punterà su Rafa Marin. McTominay quando è arrivato giocava in una posizione molto più avanzata, ha iniziato a essere incisivo quando ha avuto più spazio. Conte ha dovuto ricominciare dalla cenere, l’anno scorso non c’era nulla, ha rifondato totalmente il club, portando anche una mentalità vincente. I telespettatori non immaginano tutto il lavoro che c’è dietro a una partita, nel calcio si studia, come in tutti i mestieri. L’evoluzione e la maturazione di un allenatore come Conte vanno anche in base al materiale umano che ha. Contro il Monza è una finale e non esistono due risultati per una finale. Nella prossima giornata ci sono delle partite che ti fanno guardare indietro ai punti persi. Ne restano solo sei, ma comunque sono difficili da fare. Il Monza oggi è retrocesso, ma i giocatori devono mettersi in mostra per avere mercato. Conte soprattutto il primo anno è qualcosa di determinante. Lo vediamo ancora che pressa la squadra, la incita di più, perché riesce a vincere attaccando. Sente che la squadra sta bene, l’ha dimostrato nel secondo tempo. Riesce a pilotarla per tutta la partita”.