Ultimissime Serie A - A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Delio Rossi, allenatore ex Fiorentina ed Atalanta. Di seguito, un estratto dell’intervista.
La Lazio ha conquistato tre punti in casa del Milan con una vittoria meritata. È d'accordo?
"Assolutamente sì, vittoria super meritata. Metterla in discussione sarebbe stato uno scempio. Anche perché la Lazio ha affrontato forse il Milan meno organizzato degli ultimi vent’anni. Fermo restando che il Milan ha una squadra forte, forse tra le più forti d’Italia, ma ieri ha mostrato molte lacune".
Quindi ritiene che la vittoria della Lazio sia stata merito suo o demerito del Milan?
"Il Milan è una squadra forte, con qualche doppione in più in alcuni ruoli, ma composta da giocatori importanti. Il problema è che il Milan, sulla carta, dovrebbe essere nettamente superiore, ma il campo ha detto altro. Quello che sorprende è proprio la mancanza di organizzazione: si è visto molto possesso palla sterile e tanta confusione.
Il Milan ha già cambiato allenatore in questa stagione: Fonseca è stato esonerato e al suo posto è arrivato Conceição. Tuttavia, la squadra sembra ancora disorganizzata. Secondo me, l’errore non è stato l’esonero, ma la scelta iniziale dell’allenatore. Spesso si pensa che un tecnico valga un altro, ma non è così.
Quando dobbiamo comprare un’auto, valutiamo con attenzione caratteristiche e prezzi. Nel calcio, invece, gli allenatori vengono presi e scartati con troppa leggerezza, magari su suggerimento di un procuratore che ha interesse a piazzare certi giocatori. Il problema è che, se una squadra è in crisi strutturale, la colpa non è mai solo dell’allenatore, ma di chi lo ha scelto.
Probabilmente, al Milan hanno puntato su una persona che non era adatta agli obiettivi della società. Guardiamo la Roma con Ranieri: hanno preso un allenatore solido, con buon senso, che sta facendo un campionato normale, come giusto che sia.
Il vero responsabile al Milan? Spesso si parla genericamente della società, ma la verità è che, al di là di chi mette i soldi, deve esserci una persona capace di decidere. Se io comprassi un giornale, non potrei certo dire ai redattori come impaginare gli articoli, perché non ne capisco nulla. Io potrei dare una strategia generale, ma poi servirebbe qualcuno che sappia gestire il progetto e scegliere le persone giuste.
Al Milan, invece, non mi sembra ci siano figure del genere. Ad esempio, saprei dire chi è il presidente, ma non vedo un presidente operativo. Il direttore sportivo è Ibrahimovic, un ex calciatore che ha smesso l’anno scorso e che, a quanto mi risulta, non ha studiato per il nuovo ruolo".
Parlando di allenatori, ha citato Ranieri alla Roma. Cosa pensa, invece, di Antonio Conte al Napoli? Come giudica il suo operato fino a oggi?
"Conosco bene il suo metodo di lavoro e, secondo me, Conte è il miglior allenatore per preparare una partita a settimana. È meticoloso, cura ogni dettaglio ed è un martello. Ha un carattere forte, ma quello lo abbiamo tutti. Però è uno che riesce a dare un’identità chiara alla squadra.
Se il Napoli non avesse avuto tanti infortuni, oggi probabilmente sarebbe messo ancora meglio in classifica. Io, in tempi non sospetti, ho detto che il Napoli con Conte è tra le favorite per lo scudetto. Poi, certo, sulla carta ci sono squadre altrettanto attrezzate, come il Milan, l’Inter e la Juve, ma il Napoli ha un grande allenatore che quando prende squadre che hanno solo il campionato da disputare, le trasforma nelle favorite".
Domenica il Napoli affronterà la Fiorentina. Palladino è spesso criticato, ma ci si chiede cosa si aspettassero realmente dal suo lavoro. Che insidie nasconderà questa partita agli uomini di Conte?
"Bisogna guardare le partite e i valori delle squadre. Se no, ogni anno dovrebbe vincere sempre la squadra più forte sulla carta, ma non funziona così.
Se mettiamo a confronto le rose di Fiorentina e Lazio, ad esempio, vediamo che si equivalgono. Se fanno bene, possono arrivare quarte; se fanno male, ottave. Ma devono fare una stagione straordinaria per arrivare in Champions. Se arrivano decime, allora sì che è un fallimento. Questo vale anche per la Lazio.
La Fiorentina ha avuto un rendimento altalenante: un inizio negativo, poi un grande periodo, poi di nuovo qualche difficoltà. Probabilmente c’erano aspettative troppo alte. Inoltre, ha cambiato molto nel mercato di gennaio, inserendo giocatori che non erano titolari altrove. Questo significa che l’allenatore deve riassemblare la squadra, e non è mai facile farlo a stagione in corso.
Però la Fiorentina è imprevedibile: può essere la squadra vista contro la Lazio o quella che ha battuto l’Inter 3-0. È difficile sapere quale versione si vedrà domenica".
Inter a 58 punti, Napoli a 57, Atalanta a 55, Lazio a 50, Juventus a 49 con una gara in meno. Fino a che posizione vede ancora aperta la corsa scudetto? L’Atalanta è ancora in corsa?
"L’Atalanta sì, la Juventus no. Anzi, la Juve deve stare attenta anche alla corsa per il quarto posto.
L’Atalanta, invece, ha tutto per competere: non ha altre competizioni, ha un ambiente che può aiutarla. Per la Juve è diverso: è abituata a lottare per lo scudetto e trovarsi a difendere un piazzamento Champions non è semplice. Non credo che possa rientrare nella lotta per il titolo, potrei anche sbagliarmi ma, viste anche le tante polemiche ambientali, non credo".