Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A, ha rilasciato una intervista al portale Calcio e Finanza:
Lâindagine sul tifo organizzato di Inter e Milan ha svelato i rapporti degli ultras con la criminalità organizzata e il loro coinvolgimento in affari illeciti. Una cosa che â per le modalità in cui è venuta a galla â sembra essere stata fatta alla luce del sole. Di chi è la colpa dellâimmobilismo nei confronti di questa situazione?
«Sul caso specifico vorrei evitare di dare giudizi sommari, le indagini sono ancora in corso, ma da quanto emerso è palese che nelle curve si fosse infiltrata da tempo la malavita che gestiva indisturbata varie attività criminali tra cui lo spaccio di droga. Il mondo del calcio ha denunciato pubblicamente da anni come gli stadi siano divenuti oramai una âterra di nessunoâ dove regna lâillegalità . Basta fare una ricerca per ritrovare decine di dichiarazioni pubbliche al riguardo. Si pensi che alcuni Presidenti, che hanno intrapreso una battaglia costante contro queste frange malate della tifoseria, vivono sotto scorta da anni. à ridicolo pensare che questa responsabilità possa essere attribuita al mondo del calcio. Le Società sono state lasciate sole e senza strumenti per affrontare un problema enorme con gravi ripercussioni reputazionali e conseguenti perdite economiche».
Si parla di club in balia di organizzazioni criminali e Società vittime e lasciate sole. Cosa pensa che possa fare lo Stato per intervenire in maniera concreta sotto questo aspetto? Quali sono â se ci sono â le colpe dei club?
«Il calcio è patrimonio del Paese ed evidentemente necessita dellâaiuto costante e consistente delle Forze dellâordine per riuscire a liberare le curve dai malavitosi. Le squadre, per proprio conto, dopo aver sostenuto ingenti costi per installare i tornelli di accesso, per adeguarsi alle normative sul biglietto nominativo e aver pagato direttamente il servizio steward dentro lo stadio sono disposte a investire ancora per dotare tutti gli stadi di Serie A di impianti di riconoscimento facciale e telecamere in alta definizione che possano garantire, in caso di episodi violenti, atti di discriminazione o di razzismo, di mettere a disposizione delle Forze dellâordine post gara le immagini e i dati identificativi dei responsabili. In un tempo ragionevolmente breve saremo quindi in grado di impedire a questi soggetti criminali di tornare a delinquere negli stadi, consentendo di accogliere le famiglie e la parte sana del tifo che già negli ultimi anni è tornata a far crescere il numero degli spettatori, nonostante i nostri impianti abbiano unâetà media vicina ai 70 anni. Dovendo usare uno slogan potremmo dire che in Italia abbiamo bisogno sia della riforma Thatcher (Public Order Act 1986), per estirpare la parte criminale del tifo, sia del âRapporto Taylorâ per responsabilizzare i nostri Club spingendoli ad ammodernare gli stadi con strumenti innovativi che consentano di âespellereâ chirurgicamente i violenti».
Dopo lâincontro tra il ministro dello Sport Abodi e quello degli Interni Piantedosi sulla violenza nel calcio, si va verso un gruppo di lavoro tra i due ministeri. Quali iniziative si sente di consigliare?
«Ben vengano, come ha detto il Ministro Abodi, lâinasprimento del Daspo o i fermi più lunghi per i violenti nel giorno delle partite. Bene anche lâintroduzione del gruppo di lavoro tra i due Ministeri con il coinvolgimento della FIGC e delle Leghe. Bisogna unire le forze con un attento lavoro di coordinamento e grande sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Lâiniziativa di più facile e immediata attuazione, come dico da anni, è senza dubbio quella del riconoscimento facciale. Penso che al giorno dâoggi dovremmo riuscire ad utilizzare sempre più lâintelligenza artificiale e la tecnologia per controllare al meglio tutto ciò che avviene allâinterno dei nostri impianti».
Lâidea sui cui la Lega Serie A sta spingendo ormai da tempo è appunto quella del riconoscimento facciale negli stadi. A che punto è la fase di sviluppo della tecnologia? Ci sono tempistiche per vederla utilizzata?
«Entro un anno dallâinizio dei lavori tutti gli stadi di Serie A saranno pronti per lâimplementazione del riconoscimento facciale da effettuare ai varchi di ingresso. Il progetto è stato studiato in ogni dettaglio ed è già pronto per essere realizzato».
Con lâintroduzione di questa tecnologia, potrebbe così sparire la responsabilità oggettiva dei Club (anche in termini di multe dal giudice sportivo) per quanto avviene negli stadi?
«Certamente, basta utilizzare lâarticolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva inserendo gli investimenti per il riconoscimento facciale tra le scriminanti previste per evitare la responsabilità oggettiva. Questo genererebbe evidenti ripercussioni positive evitando sanzioni pecuniarie e gravi danni di immagine anche a livello internazionale. Inoltre la parte sana del tifo, che è bene ricordare rappresenta ancora la stragrande maggioranza, non sarebbe costretta a subire le colpe di facinorosi come avvenuto per la recente partita a porte chiuse Genoa â Juventus, in cui si è impedito di andare allo stadio a oltre 30mila tifosi per gli scontri con le Forze dellâordine avvenuti lontano da Marassi nella settimana precedente alla gara».