A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Juventus convincente, ieri, ma ancora troppo altalenante nei risultati "Sì, sì. Una vittoria convincente di questa Juve. Quanto all’alternanza nei risultati dei bianconeri è la domanda più difficile a cui rispondere. Quest'anno la Juventus ha disputato alcune partite molto belle, giocate con determinazione, come quella recente contro il Manchester City. Poi, però, ci sono state queste cadute di tensione. Fare una diagnosi precisa è complicato. Ad esempio, la partita contro il Venezia è stata leggera, poco convinta. Quel 2-2 è emblematico: all’ultimo minuto riescono sempre a rattoppare il buco, ma questa non è la Juventus che tutti conosciamo. Però, ieri è stato un netto 4-0 contro il Cagliari. Una prestazione finalmente convincente. Guardando a ieri, devo dire che alcuni giocatori hanno dimostrato il loro valore. Vlahovi? è stato molto bravo: ha segnato tre gol, anche se due sono stati annullati per fuorigioco, ma il gesto tecnico e la capacità di arrivare al gol rimangono. Poi Conceicao... È un ragazzo che mi ricorda, essendo io anziano, un’ala destra storica come Cucinelli. Forse voi, essendo più giovani, non l’avete mai visto giocare, ma vi consiglio di leggere qualcosa su di lui. Poi c'è stato il ritorno di Nico Gonzalez, un giocatore su cui molti puntano. Speriamo che possa essere integro fisicamente. È sicuramente un giocatore di livello, ma deve stare attento ai problemi muscolari, che purtroppo lo hanno spesso limitato."
Quindi, possiamo dire che questa Juventus, pur avendo mostrato progressi, non è ancora del tutto stabile? “Esattamente. La Juventus dovrebbe avere in mano la squadra in modo più saldo. Detto ciò, prendo questo 4-0 come un segnale positivo, anche considerando che il Cagliari è una buona squadra, con un ottimo allenatore come Davide Nicola. È uno che sa gestire i giocatori e merita di allenare una squadra di Serie A per tutta la stagione, visto che spesso è stato adoperato come “medico delle salvezze”. Fino al 2-0 il Cagliari ha giocato bene, poi ha mollato un po’."
Dare priorità alle idee più che agli investimenti economici è la nuova linea filosofica della Juventus? "È un concetto interessante. Stamattina ho letto di una riunione tra Giuntoli e i suoi collaboratori. Avrebbero ipotizzato di cedere Ildiz per puntare su Tonali, una mossa rivoluzionaria, soprattutto pensando al mercato di gennaio. Però, sinceramente, non so quanto questa idea sia realizzabile. Una squadra appena messa a posto dovrebbe mantenere una certa coerenza con il progetto del tecnico. Poi, bisogna sempre passare al vaglio del Consiglio d’Amministrazione, considerando che la Juventus è una società quotata in borsa. Manca una rappresentanza chiara dell’alta dirigenza, figure che prendano decisioni e se ne assumano la responsabilità. Se gli acquisti sono sbagliati, chi ne risponde è il presidente o l’amministratore delegato, non solo il tecnico. Serve una leadership più incisiva. Manca un po’ il manico”
La Juventus deve trarre spunto dall’Inter, dove Marotta ha avuto un ruolo centrale nella gestione della società? “Certamente, ma di Marotta ne esiste solo uno. Purtroppo, è stata una scelta sbagliata lasciar andare Marotta. Era un professionista di classe, con capacità tecniche e manageriali straordinarie. Non so se Giuntoli sia in grado di arrivare ad un così alto livello, ma essendo la Juventus una società quotata, deve rispettare regole più restrittive rispetto a molte altre realtà."
Lei conosce bene Conte: come mai è così nervoso in queste settimane?" "Conte è sempre stato una persona ambiziosa e determinata, forse anche troppo. Probabilmente passa 24 ore al giorno a pensare al lavoro, sacrificando anche il tempo per sé e la famiglia. Vuole sempre dimostrare di essere tra i migliori, e questo lo porta a essere teso e a chiedere molto sia a sé stesso che agli altri."
Pensa che, dopo i 150 milioni spesi in estate, pretenderà ulteriori investimenti già a gennaio? “Se Conte è andato al Napoli, avrà sicuramente chiesto patti chiari e amicizia lunga a De Laurentiis. Il presidente sa che, per tornare ai livelli dello scudetto con Spalletti, deve investire. Conte è ambizioso e vuole avere i migliori giocatori per puntare in alto. Conte ha costretto De Laurentiis ad accettare investimenti ed una gestione più in ombra dello stesso presidente che, ahimè da juventino, ha reso il Napoli la squadra più accreditata a vincere lo Scudetto”