Cobolli Gigli: "Conte non è tornato alla Juve per motivi legati all'atmosfera e ai rapporti interni"

Le Interviste  
Cobolli Gigli: Conte non è tornato alla Juve per motivi legati all'atmosfera e ai rapporti interni

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giovanni Cobolli Gigli, ex presidente della Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista così come riportata dall'emittente.

Dal punto di vista calcistico, è una stagione deludente per la Juventus? “Sembra che parlare di delusione per la stagione della Juventus sia quasi un eufemismo. Se la Juventus avesse vinto contro il Napoli, forse non sarei così deluso. Tuttavia, la stagione della Juventus, vista anche nell’ottica di quella sconfitta, non è positiva. Il Napoli ha ottenuto sette vittorie consecutive, mentre la Juventus, come ho letto oggi sui giornali, ha il peggior risultato degli ultimi quattordici anni, pari addirittura ai tempi di Heriberto Herrera. Questo dimostra che c’è qualcosa che non funziona. Va bene la stanchezza dei tanti impegni, va bene tutto, ma a mio avviso il problema principale è nello spogliatoio e nel rapporto tra l’allenatore e i giocatori. L’allenatore è stato scelto per un progetto di tre anni. Immagino che, quando è stato assunto, gli siano state illustrate le caratteristiche della rosa e le prospettive di mercato. Gli acquisti di Koopmeiners, Douglas Luiz, Nico Gonzalez e altri sono stati concordati con lui. Parliamo di tre giocatori che sono costati oltre 130 milioni di euro ma che, per ora, non stanno rendendo. Paradossalmente, l’unico giocatore che si è distinto è quello arrivato per caso: Conceicao. Inoltre, la gestione degli uomini non è ottimale. Non si può giustificare l’assenza di Vlahovic dicendo che è stanco o infortunato se poi non è vero. E, in generale, c’è un calo preoccupante nei secondi tempi. Questo, a mio avviso, indica che c’è un problema di comunicazione e motivazione nello spogliatoio.”

Piuttosto che attribuire la colpa a un problema di motivazione, non potrebbe esserci un deficit di preparazione atletica che porta i giocatori a calare fisicamente nei secondi tempi? “È possibile, certo. Ma se così fosse, torniamo sempre al discorso Thiago Motta, perché i preparatori li ha portati lui. In ogni caso, qualcosa non funziona. Sentiamo spesso dichiarazioni di fiducia e ottimismo, ma a furia di ascoltare questi discorsi rischiamo di non arrivare nemmeno tra le prime quattro o cinque squadre che accederanno alla Champions League l’anno prossimo. In Champions, la Juventus ha spesso dato prestazioni migliori rispetto al campionato, ma bisogna vincere le partite decisive. Dopodomani, per esempio, affronteremo il Benfica, che è una squadra temibile. Sarà una gara fondamentale.”

Se potessimo tornare indietro, secondo lei la Juventus punterebbe ancora su Thiago Motta? “Vista la situazione attuale, credo che ci penserebbero due volte. Thiago Motta è una persona capace, ha dimostrato di far giocare bene squadre di mezza classifica, ma alla Juventus sta fallendo. La Juventus non può permettersi di inseguire il cosiddetto 'bel gioco' senza concretezza. A mio avviso, bisogna segnare, vincere e basta. Inoltre, Motta è stato fortemente voluto da Giuntoli, dirigente di spessore, quindi mi auguro che la sua scelta gli darà ragione. Certo, non è Marotta, ma lui, che è il più grande dirigente italiano, lo abbiamo perso per colpa di Andrea Agnelli, che, poi, ha fatto ricadere un miliardo di debiti sugli investitori, tra cui ci sono anche io.”

Ha menzionato i nuovi acquisti. Come giudica il confronto tra Koopmeiners, desiderato anche dal Napoli, e Scott McTominay, che invece è arrivato al Napoli? “Non seguo così assiduamente il Napoli da poter giudicare i singoli, ma so che Conte ha rivitalizzato una squadra depressa. La differenza tra primo e secondo tempo nella partite contro la Juventus è evidente, ed è sintomatica di una gestione che funziona alla grande.”

Se si potesse tornare indietro, sarebbe stato meglio, per la Juve, puntare nuovamente su Conte? “Il passato è ormai scritto, ma penso che il ritorno di Conte alla Juventus sarebbe stato complicato per motivi legati all’atmosfera e ai rapporti interni. Detto ciò, guardando i risultati attuali, con il senno di poi, direi che sarebbe stato meglio riprenderlo. Conte ha dimostrato di saper rivitalizzare squadre e riportare giocatori al loro livello ottimale. Antonio è un grande professionista, talmente tanto che riesce ad esultare in faccia alla sua stessa fede juventina. Occhio, però, perché nel post partita mi è sembrato aver tirato una frecciatina al club sul tema del calciomercato.”

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