Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, quest’ultimo è intervenuto con il suo punto, analizzando le tematiche del giorno.
Di seguito le parole di Umberto Chiariello:
«Fenomenologie di un allenatore. Conte come Ancelotti? o come Allegri o Mourinho? Oppure come Benitez? Napoli non è adatta ai grandi nomi? È una piazza che brucia a chi viene come viceré e da cui il popolo si sente tradito al primo errore? È una narrazione completamente sbagliata su Antonio Conte che ne stanno facendo in molti. Conte non è mai stato un difensivista, è uno stratega ed è uno che lavora sul campo per dare alla squadra un'organizzazione memorizzata e codificata ben precisa.
Io ricordo che Antonio Conte quando stava a Bari giocava un calcio offensivo con un 4-2-4. Quando tornò alla Juve, coronando il suo sogno, chiese ed ottenne dalla dirigenza un sacco di ali. All’inizio le cose andarono male. A Napoli di fronte al Napoli di Walter Mazzarri si mise a specchio. Da lì Conte divenne l’uomo del 3-5-2 con cui vinse numeroso volte nella sua carriera.
Ho tifato l'Italia di Antonio Conte con orgoglio. Ha battuto una Spagna di fenomeni, non facendo il catenaccio ma aggredendo in ogni parte del campo con spirito aggressivo. Il Napoli contro la Lazio mi ha ferito. Anche se abbiamo giocato una partita sufficiente, Antonio Conte mi sembrava nei panni di Gattuso. Il Napoli è stato lento e molle. Non è ancora il Napoli di Conte, è una squadra in cerca di identità offensiva.
Il calcio non è semplice, ha una complessità notevole fatta da agonismo, preparazione fisica, e preparazione mentale. Ci sono i principi di gioco e la tattica. La posizione in campo è fondamentale. Anche pochi metri possono cambiare la vita di un calciatore.
Kvaratskhelia? I dribbling sono la sua qualità migliore. Ha una grande qualità di corsa e solidità fisica, sa sterzare su tutti e due i lati del campo, ha qualità di tocco, buona visione di gioco e sa crossare. Soprattutto sa irrompere in area di rigore. Quando parte lo fermano a quaranta metri dalla porta. In quella posizione di campo, però, non rende al meglio le sue qualità.
Lukaku non è Retegui, lui fa la guerra là davanti. Si muove tanto, È un giocatore molto attivo, così come Castellanos. Lukaku non è stato preso per questo lavoro.
Il Napoli non sa tirare da fuori, è un difetto endemico. Confido che il Napoli diventi il Napoli di Antonio Conte. Deve trovare le relazioni giusta tra i calciatori. Conte deve studiare qualche rammaggio o meccanismo in più per sopperire alla mancanza di Politano e per avere più qualità offensive.
Il dilemma è: rischio di più in difesa aumentano la qualità in attacco o continuo a pensare che devo essere solido e trovare la giocata per vincere la partita? Confido che Conte faccia tesoro della sconfitta contro la Lazio, che faccia un salto in avanti e che trovi un impostazione offensiva che è sempre stata nelle sue corde.
Conte non è Mourinho o Allegri ma ora gli somiglia molto. Spero che Conte ritorni l’allenatore che conosciamo e che il Napoli possa essere sempre di più la sua squadra. Conte è tra i pochi allenatori che sanno incidere la sua squadra dando una carattere guerriero che domenica non ho visto».