Ultime notizie SSC Napoli - L'edizione odierna de Il Mattino ha intervistato Federico Bernardeschi, ecco alcuni passaggi interessanti:
Sembra quasi la stagione 2017-18: lei vestiva la maglia della Juventus che avrebbe vinto lo scudetto ai danni del Napoli al termine di un campionato deciso punto a punto.
«Fu un campionato tiratissimo, dall'inizio alla fine. Il vero segreto per vincer questo tipo di campionati sta nel pensare solo alla tua squadra senza farsi distrarre da elementi esterni. Fai il tuo lavoro e vai in campo per vincere sempre. Non devi farti confondere da quello che succede nelle altre realtà. Devi saperti isolare e stare lì con il tuo gruppo. In quella stagione ricordo che ci furono tantissime polemiche ma non furono mai una distrazione».
E oggi che idea si è fatto sul campionato e la lotta scudetto?
«L'Inter ha la rosa più forte in assoluto e ha nella dirigenza il suo punto di forza. Conosco bene Marotta, dove costruisce per vincere».
E il Napoli?
«È la squadra che può dare più fastidio all'Inter insieme all'Atalanta che senza coppe ha un valore aggiunto. Se la giocheranno fino alla fine a meno che l'Inter non stacchi tutte, ma mi sembra difficile pensare che possa accadere visto che i neroazzurri sono molto focalizzati sulla Champions. E poi il Napoli ha Conte... È un allenatore di un'altra categoria. L'ho avuto solo all'Europeo 2016 ma mi è bastato. Quello che riesce a darti Conte l'ho visto dare da pochi altri allenatori. Sia a livello tattico, ma sopratutto a livello umano. Riesce a tirarti fuori quello che hai dentro e si fa seguire in tutto e per tutto. Sa toccare delle corde che altri allenatori non fanno. La sua capacità è innanzitutto umana. Se ti dice di buttarti giù da un ponte, lo fai. Ti tira fuori l'anima».
Cosa ha imparato da lui?
«Una lezione fondamentale. Che se riesci a toccare le corde giuste, dai giocatori riesci ad avere molto di più di quello che pensi andando oltre ogni aspettativa».
Dal passato al presente, c'è Napoli-Fiorentina e nella squadra di Palladino c'è un Kean in grande forma.
«Quando Moise è andato a Firenze dicevo a tutti che avrebbe fatto dai 15 ai 20 gol. È un giocatore forte. Quando è arrivato alla Juventus c'era una concorrenza di livello assoluto in attacco ed era normale giocasse poco. Se gli dai spazio e fiducia vengono fuori le sue qualità: forza e velocità, che messe insieme lo rendono micidiale. Per certi versi mi ricorda Lukaku. Meno strapotere fisico, ma è quel tipo di giocatore lì. Il gol te lo fa di forza, di rabbia, di velocità».