Benitez, senza giri di parole: chi lo vince lo scudetto?
«Dieci giorni fa avrei detto Inter senza alcun dubbio. Anzi, ero tra quelli che riteneva possibile il triplete. Il calcio però è affascinante proprio perché variabile, e quindi a cinque giornate dalla fine, guardando il calendario e alle energie che la squadra di Inzaghi deve mantenere per la Champions, credo che qualche possibilità in più, sulla carta, possa averla il Napoli».
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Si è esposto, câentra un poâ il cuore? A Napoli è stato due anni.
«No, scindo i due piani. Vero che stare due anni in un posto rispetto ai sei mesi che ho allenato lâInter mi porta ad avere affetto per la piazza partenopea. Ho vinto due titoli e soprattutto credo di essere stato il precursore di un cambio di mentalità . Volevo internazionalizzare il Napoli e in qualche modo, visti anche i risultati venuti dopo che sono andato via, ci sono riuscito. Detto questo, sono due squadre forti, diverse, con allenatori bravi ma opposti come metodo e approccio, può succedere di tutto e sono pronto ad applaudire chi porterà a casa il titolo».
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Vede la squadra di Inzaghi stanca?
«Sono convinto che giocare la Champions in assoluto sia allenante, ma inevitabilmente nel lungo ti sottrae energie mentali. LâInter ha pagato ma adesso si azzera tutto. Câè il Barcellona che devâessere la gara più importante, in cui lâInter darà tutto quello che ha. E câè il campionato dove man mano che si andrà avanti conteranno soprattutto i dettagli. E la mentalità . Non è più una questione di rosa più lunga o più corta. Arriverà al titolo la squadra che dimostrerà di avere i nervi più saldi. LâInter è una squadra molto forte, ma non sarà importante chi gioca e chi no. Servirà maturità se si dovesse arrivare allo spareggio».
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Chi gioca meglio, il Napoli o lâInter?
«Due squadre diverse, il Napoli ha una difesa dâacciaio, lâInter ha una proposta offensiva molto varia, non è un caso che abbia fatto tantissimi gol in più della squadra di Conte. Anche questo è un aspetto importante nel testa a testa finale, e i nerazzurri stanno messi meglio».
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Inzaghi e Conte, chi le somiglia di più?
«Ciascuno di noi ha la sua impronta, non saprei. Inzaghi ha fatto il suo percorso, molto importante, con calma. Piano piano e senza fare rumore. Mai una polemica, persona misurata, solida. La sua squadra in campo trasmette questo. Conte è diverso: ha vinto più titoli, è un uomo che si alimenta della tensione. Trae energie positive dal suo modo di essere. Sta sul pezzo con una carica emotiva enorme».
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Lâuomo in più per questa volata scudetto?
«Lautaro per lâInter e Lukaku per il Napoli. Se il belga continuerà a mantenere lo stato di forma attuale, sposta gli equilibri. Del Toro cosa si può dire di più: attaccante completo, testa di ferro. Anche i due registi sono giocatori di alto livello: Lobotka e Calhanoglu, testa e visione a tutto campo».