Assocalciatori, il pres. Calcagno: "Si gioca troppo e le grandi squadre non si allenano, stiamo correndo un rischio"
A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Umberto Calcagno, presidente dellâassociazione italiana calciatori (AIC). Di seguito, un estratto dell'intervista.
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SullâItalia di Spalletti? Resta scoperta in attacco?
âUna squadra non va mai vista a comparti, ma nel suo insieme. Perciò dico che vedo una bella squadra. Nelle prime due partite di Nation League si è vista un ottima Nazionale, che fa ben sperare. Non credo che il problema sia lâattacco ma la compattezza, lâunione, cose che si sono viste nelle prime due partite. Lâinfortunio di Scamacca poi non è da sottovalutareâ.
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Il perché degli infortuni é da ricercare nei troppi impegni?
âI dati oggettivi ci dicono che il calcio di oggi non è quello di 15 anni fa. Si gioca molto di più e più velocemente. La richiesta è cambiata ed è aumentata notevolmente. I top team non riescono più ad allenarsi, giocando circa 80 partite, i giocatori faranno 20 allenamenti seri durante lâanno. Oltre un certo livello non si può andare. Sono comunque corpi umani e, di conseguenza, câè un limiteâ
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LâAIC ha in mente di fare qualcosa?
âIl primo studio lo abbiamo fatto nel 2017, perché già allâepoca avevamo capito che gli infortuni non erano dovuti a contrasti, ma alla troppa fatica e stress. Dopo la 4/5 partita consecutiva, back to back (partite che si giocano a meno di 5 giorni lâuna dallâaltra), non si riesce a recuperare e così si infortunano molto più velocemente. Non è una questione sindacale, non bisogna solo pensare di massimizzare i ricavi perché poi si riduce la qualità . 100 mila kmâ
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Cosa si dovrebbe fare?
âI tornei bisogna distribuirli meglio, basta vedere le difficoltà della Francia ed in Serie B. In Euoropa, a differenza di altri continenti, câè una passione incredibile. Rischiamo di par perdere la passione e quindi di perdere anche soldi, quando invece si fa tutto ciò per massimizzareâ
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Come state combattendo?
âTutti, noi, Serie A, calciatori, siamo contro la UEFA. Non câè un periodo di sosta invernale, ma nemmeno una sosta estiva. Sì finisce il 15 luglio, con i campionati che iniziano subito dopo. Nel campo meteorologico si dice che non ci sono più stagioni, la stessa cosa succede nel calcioâ
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Tutto questo può causare anche danni mentali?
âLe società sono strutturate in modo tale da porre rimedio a questi problemi. Mbappe ha detto che lui ama giocare a calcio, ma non si può pretendere che lui giochi sempre al massimo livello. Dopo 60 partita non si possono giocare tutte le partite con la massima formaâ
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Sul campionato?
âOggi non può esserci una favorita. Il Napoli, che si è ritrovato e non ha le coppe, può essere molto avvantaggiato rispetto agli altri. LâInter, ha tante competizioni, ma ha anche tante riserve di grande livello e questo può pesare. Anche la Juve è lì. Poi, la Lazio ha una spensieratezza molto bella da vedere, da veramente una bella sensazione. Io spero che sia combattuto fino alla fineâ.
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