Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuta la Prof. Roberta Ascarelli, ordinario di Lingua e letteratura tedesca all'Università di Siena e pronipote di Giorgio Ascarelli.
Di seguito le sue parole:
«Non è vero che Giorgio Ascarelli è stato dimenticato a Napoli o che non sia stato apprezzato il suo impegno. Ho un sacco di aneddoti ed esempi che testimoniano un affetto profondissimo nei confronti della nostra famiglia. Ci sono state delle dimostrazioni sincere nei confronti della famiglia che non credo si siano avute in molti altri luoghi. Mi piace pensare che a Napoli un filo di amicizia, umanità e gratitudine sia rimasto vivissimo.
Lo Stadio era stato chiamato da Giorgio Ascarelli Stadio Vesuvio. Inoltre mi piace il fatto che l’inno del 1928, di cui conservo il testo, sia molto simile a quello attuale che ho sentito cantare allo stadio. A seguito della sua morte, la cittadinanza chiese che lo stadio venne intitolato a Giorgio Ascarelli. Non fu una richiesta della famiglia: ai funerali erano presenti tantissime persone e fu un omaggio incredibile. Nel 1934 ci fu il campionato del mondo ed arrivarono anche i tedeschi. Per motivi di diplomazia si decise di cambiare il nome dello stadio in Stadio Partenopeo, per le origini ebraiche di Giorgio Ascarelli. Credo che quasi nessuno lo abbia mai chiamato Stadio Partenopeo.
Piazzale Tecchio? Abbiamo mandato molte petizioni per cercare di cambiare il nome della piazza. Penso che la scelta sia stata fatta per ignoranza: Tecchio era uno squadrista della prima ora, iscritto dal ’20 al Partito Fascista. Se non sbaglio si tratta dell’unico fascista a cui è stata dedicata una piazza a Napoli.
Bisogna fare in modo che il Giorno della Memoria non sia solo il giorno in cui si ricordano i morti e la barbarie. Ma anche il momento in cui si cerca di far capire qualcosa di più su cosa è stato questo mondo che in parte la Shoah ha distrutto. Com’era ricco e com’era vario».