L'ex calciatore del Napoli Andrè Cruz è intervenuto nel corso di CalcioNapoi24live:
"Il San Paolo? Ricordo bene l'amore dei tifosi per tutto quello che ho fatto al Napoli. Purtroppo ero nel Napoli in un momento difficile, non c'erano tanti soldi ma la squadra ci lavorava, si sudava, si lottava. Era una squadra semplice ma che sapeva soffrire, lottare e poteva avere alcuni colpi con alcuni calciatori, Ecco io con le punizioni ad esempio. Poi c'era altri calciatori con altri colpi, portavano qualcosa: riuscivamo così a giocare bene e a portare risultati. Ricordo che un anno si poteva anche sognare: feci un gol di testa con la Lazio e la squadra era prima in classifica prima di Natale. Poi vari eventi, squalifiche, panchina giovane e quell'anno ci divertimmo comunque. Mi ricordo che appena veniva fischiata una punizione a favore, tutti i tifosi gridavano il mio nome.
La mia posizione in campo, da libero a centrocampista? Io sono sempre stato un giocatore disponibile, lavoravo per la squadra e questo capitava anche in nazionale. Come nell'87 quando si infortunarono due terzini e il mister mi fece giocare in quella posizione. Al Napoli in quel periodo si infortunò Boghossian. Così l'allenatore Gigi Simoni in quel momento mi chiamò per farmi giocare a centrocampo. Mi disse che aveva Longo ma era troppo giovane, lui voleva esperienza in mezzo al campo ma anche per aiutare l'inserimento di Beto, l'altro brasiliano come me. Ricordo che la prima partita fu a Genova con la Samp, facemmo una grande partita e segnò proprio Beto. A quel punto Simoni venne da me a drimi se poteva tenermi lì, a centrocampo fin quando non sarebbe rientrato Boghossian. Io non ho avuto nessun problema, perchè per me l'importante era aiutare la squadra e fare il meglio possibile. In quella posizione avevo già giocato verso i 18 anni quando ero allo Standard Liegi, anche per questo per me non era un problema giocare lì".