Il giornalista Carlo Alvino ha parlato a Calciomercato.it.
Maradona nellâ87, dopo una sconfitta del Napoli, disse: âHo capito che stiamo giocando contro tuttiâ. Cosa è cambiato in quasi 40 anni?
âVoglio fare un discorso generale. Inter-Fiorentina decreta la morte civile del calcio italiano. Non è una questione legata a Napoli e Inter che lottano per lo Scudetto. Se uno vuole veramente coltivare questa passione per il calcio, quello che si è visto in Inter-Fiorentina decreta la morte di questo sport. Non può capitare e non deve capitare. Falsa una partita e indirettamente falsa un campionato. Anche chi non ha retropensieri e non crede al complotto inizia ad avere qualche sospetto. Sono troppi anni che seguo il calcio per non capire che ci sono certi dirigenti e certe societĂ che hanno un peso maggiore degli altri. Questa è la cruda veritĂ . A Milano una delle pagine piĂš brutte della storia del calcio recente in Italiaâ
Sono scarsi arbitri italiani o câè un protocollo che non funziona?
âQuando il signor Conte dopo Inter-Napoli alza la voce e parla di protocollo a difesa del calcio, apriti cielo! Noi viviamo sotto dittatura mediatica. La stampa di regime, dopo lâalzata dellâallenatore azzurro, anzichĂŠ dare spazio al mister e iniziare una battaglia per cambiare il protocollo, ha attaccato Antonio Conte dandogli del vittimista. Eâ stata una grande occasione persa. Guarda il mondo comâè strano. Inzaghi quella sera disse che non bisognava parlare degli arbitri. Poi dopo il derby cambia atteggiamento. Sono anche i protagonisti che fanno il male del calcio. Non solo arbitri e VAR che funzionano a giorni alterniâ.
Ti aspetti una discesa in campo di De Laurentiis?
âIo credo che da buon imprenditore non resterĂ in silenzio. Se lo conosco, si sarĂ fatto giĂ sentire in sedi opportune. Faccio fatica a pensare che un De Laurentiis accetti passivamente quello che sta accadendo. Stiamo vedendo cose che danno fastidio. Decisioni che cambiano a seconda della maglia che indossi. Ad esempio in Como-Juventus, quando VAR dice una cosa e AVAR ne dice unâaltraâ.