Carlo Alvino, giornalista, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli. Di seguito un estratto diffuso tramite comunicato stampa da Televomero:
"I neopatentati dell’Università di Coverciano hanno dimenticato che il Napoli è in buone mani. Sento in giro le soluzioni più incredibili per tamponare all’assenza di Buongiorno, ma ci penserà Conte proprio come ha fatto con Kvaratskhelia. Il calcio è un gioco semplice e Conte lo sa. In Cagliari-Atalanta ha sbagliato molto di più il VAR che l’arbitro, è rigore tutta la vita. Gli errori continuano a essere in un’unica direzione. Quand’è che verrà aiutato il Venezia? E il Como? Quando succederà, una volta ogni 40 partite? Mi fa pensare alla sudditanza psicologica verso certe squadre. Atalanta-Udinese è un’altra vergogna per il calcio italiano, come anche la partita con il Monza. Il fatto di nominare sempre il rigore dato a Empoli al Napoli è il nuovo ‘Mertens a Crotone’. Le giovane Marotte, invece, si sono attivate subito per dire che il rigore per l’Inter era legittimo.
Mi corre, in ogni caso, l’obbligo di puntualizzare un aspetto: qualche giorno fa abbiamo letto di come sono state rimosse le foto di Spalletti dal centro sportivo di Castel Volturno. Ma si parla di una rimozione metaforica e non reale. Qualcuno ha pensato che fosse stato Conte, ma si tratta di una rimozione metaforica. Noi speriamo che a Castel Volturno ci siano più foto possibili di allenatori bravi e Spalletti è sempre nel cuore dei napoletani. Ci sono stati degli insulti a Politano sui social, ma questi leoni da tastiera per me non sono tifosi. Sono webeti che si nascondono dietro i nickname e offendono i giocatori. Il tifoso è tutt’altra cosa, è amore, passione e vicinanza. Chi offende non è tifoso.
Il grande punto interrogativo che ha accompagnato David Neres nella sua carriera è la discontinuità e in questo Conte dev'essere bravo a lavorare dando continuità al giocatore, il fatto che rincorra l’avversario facendo la fase di non possesso è un segnale. Se riuscirà a essere anche continuo saremo di fronti a un craque. Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha un atteggiamento vero, identitario. Basta che pensiamo alla presentazione di Conte al Palazzo Reale, alla conferenza stampa di Rudi Garcia a Capodimonte, all’evento di Natale a Pietrarsa. La comunicazione di De Laurentiis sulla storia di Napoli va in questa direzione per identità e non per convenienza. L’offesa maggiore che non sopportava, che lo irritava, era quando gli dicevano ‘romano’. È un insulto che ha sempre rigettato.
Buongiorno ha subito un infortunio fastidioso. Il giocatore va sostituito con uno di pari ruolo, inventare e spostare altri giocatori non serve. Più semplice si gioca, meglio è. Gli scienziati negli ultimi cinque anni si sono inventati di tutto, io vengo da un calcio dove il difensore si chiamava difensore, oggi si chiama braccetto. L’affare Spinazzola porta la firma di Manna, avallata da Conte. Si sperava potesse dare qualcosa in più. L'ho visto a Dimaro propositivo e pronto, faccio fatica a capire l'involuzione. È stata una scommessa, un’operazione di Manna al momento non fortunata".