AIA, il vice presidente: "Le persone non comprendono qual è il ruolo dell'arbitro! Ci sono emittenti sui social che condannano gli errori commessi dagli arbitri di tutte le categorie"

Le Interviste  
AIA, il vice presidente: Le persone non comprendono qual è il ruolo dell'arbitro! Ci sono emittenti sui social che condannano gli errori commessi dagli arbitri di tutte le categorie

Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello†è intervenuto il vicepresidente dell’AIA Michele Affinito. 

Di seguito le sue parole: 

«In questi giorni il Comitato Arbitrale sta esaminando tutte le strade possibili per poter contrastare il fenomeno delle violenze nei confronti degli arbitri. Il tema delle violenze è il principale punto di agenda per il Comitato. 

Ci sono varie strade da intraprendere. Innanzitutto ci vogliono delle attività formative che in Campania abbiamo già affrontato e che hanno portato ad una riduzione drastica dei numeri di violenza. Il problema, però, non è rappresentato solo dai numeri poiché anche un solo episodio di violenza è una grave offesa nel mondo del calcio. Nella nostra società le pagine di cronaca nera sono piene di atti di violenza tutti i giorni nel nostro territorio e sono molto diffusi ovunque.

Le attività devono coinvolgere tutti gli attori in gioco, non solo quelli del mondo del calcio anche quelli a livello istituzionale e politico in modo che ci sia un inasprimento delle pene per chi commette questi reati. 

Le immagini che abbiamo visto tutti e che siamo stati fortunati a vedere poiché le riprese sono state fatte da qualcuno che si trovava sugli spalti e di solito nei campi polverosi di provincia non ci sono telecamere ci ha dato la testimonianza di quello che accade e può accadere quotidianamente nel campi da gioco dove assistiamo di frequente a scene dove genitori, allenatori e dirigenti di società aggrediscono e insultano arbitri giovani

Sui nostri telefoni riceviamo circa 10 segnalazione alla settimana di casi di violenza come quello a cui abbiamo assistito in Sicilia, anche se non di quella gravità. È un fenomeno che non dobbiamo sottovalutare poiché coinvolge la società e i suoi valori che non vengono percepiti dai ragazzi. Non voglio demonizzare la gioventù ma ci vuole un segnale di educazione e di repressione forte.

Le persone non comprendono qual è il ruolo dell'arbitro e, soprattutto, il ruolo di un arbitro giovane che deve crescere e formarsi per diventare un arbitro come lo sono oggi Guida e Massa.

C’è un altro problema che è quello della comunicazione. Ci sono delle emittenti sui social che ogni weekend quotidianamente e settimanalmente condannano gli errori commessi dagli arbitri di tutte le categorie. C’è un equipe in Italia che anziché parlare delle squadre, delle azioni, del modulo, dei problemi di gioco, parlano solo ed esclusivamente degli errori arbitrali. Le clip che tutti vedono a qualsiasi titolo e di qualsiasi campionato sono preparate solo ed esclusivamente sugli errori arbitri.

Il calcio non è solo il giudizio dell'arbitro. Non voglio citare la Serie A dove i valori economici sono alti ma per quanto riguarda il settore giovanile ci deve essere più l'interesse di partecipare che di vincere.

Mi chiedo: Cosa conta di più la vittoria o la partecipazione? Da un punto di vista sportivo che ruolo hanno nella formazione gli educatori e gli allenatori? Quali sono i valori che devono ispirare i giovani? Non voglio fare tutta un'erba un fascio, dobbiamo farci una domanda e dobbiamo dare una risposta forte

Noi siamo tifosi di noi stessi e dei protezionisti poiché sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto per arrivare dove siamo. Noi Arbitri dell’AIA siamo gli unici ad aver fatto obbligatoriamente tutte le categorie, sappiamo quello che abbiamo sacrificato per la nostra attività. In questo casa parliamo di ragazzini che devono chiedere soldi ai genitori per andare ad arbitrare su un campo polveroso per poi prendersi degli insulti e degli schiaffi. Io non riesco più ad accettarlo.

La territorialità è sparita, l’arbitro deve lavorare nel suo ambiente per fornire la migliore prestazione possibile.

Quando si parla di ragazzini ci riferiamo ad un arbitro giovane di 14 anni che può diventare una futura promessa della Serie A. Il problema dei limiti territoriali non esiste.

Diego lo sento tutti i giorni dalla nottata passata in ospedale fino ad adesso. Sta recuperando anche se aveva ancora i dolori. Il problema è più di natura psicologica, un ragazzo deve recuperare dal punto di vista psicologica poiché quella scena brutta la vedrà per molto tempo davanti agli occhi e potrà superarla solo arbitrando. Il ragazzo vuole tornare a tutti i costi ad arbitrare per superare la violenza che ha subito»

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