“Sta facendo benissimo – racconta l’agente Silvio Pagliari ai microfoni di World Soccer Scouting – sia in campo che fuori. Lì sono diversi sia la vita che il calcio, Manolo si è subito trovato bene con i compagni e con l’ambiente. Ha avuto un impatto importante, ora deve consacrarsi in Nazionale. In Inghilterra si gioca un calcio box to box: ogni partita si gioca fino alla fine, sempre a viso aperto”.
Com’è andata la trattativa che l’ha portato in Inghilterra?
“Si è risolta all’ultimo, perché il presidente era innamorato del giocatore e non voleva darlo. Fino alla fine ha cercato di tenerlo. Poi con calma e con la collaborazione di Chiavelli e Giuntoli abbiamo lavorato alla cessione, per il bene del ragazzo e del Napoli. La trattativa era nata già nell’estate precedente, poi si è protratta”.
C’è stato un momento nel quale ha pensato che saltasse?
“Per un attimo ho avuto questa sensazione: dopo la sconfitta interna del Napoli contro il Palermo il presidente era su tutte le furie e ho pensato non volesse più lasciar andare via Manolo”.
Era molto ricercato all’estero, ma c’erano anche squadre italiane che lo volevano?
“Sapevo che il presidente non voleva darlo in Serie A, c’era un accordo tra di noi. Qualche chiamata importante c’è stata, ma non mi sono neanche seduto a parlarne. Il ragazzo era pronto per fare il salto all’estero”.
Cosa ha pensato la prima volta che ha visto Gabbiadini?
“Manolo ai tempi era nel settore giovanile dell’Atalanta, mi sono subito reso conto che aveva grandi qualità e una famiglia straordinaria dietro. Un ragazzo serio, umile, e come tutti i bergamaschi sapeva quello che voleva: dieci anni fa mi aveva già detto che il suo sogno era quello di giocare in Premier League”.