«O lui o me». O Bonucci in tribuna o le dimissioni dell’allenatore. Lo strappo di Massimiliano Allegri non ha lasciato scelta alla Juve, che alla vigilia di una partita delicata come può esserlo l’andata di un ottavo di Champions in trasferta, ha «avallato e assecondato» (queste le parole usate dall’a.d. Beppe Marotta) la decisione dell’allenatore. Come scrive Il Corriere della Sera: "Così Bonucci si è accomodato, si fa per dire, sullo sgabello accanto ai dirigenti bianconeri al Dragao. Mentre in campo Allegri ha trionfato: due cambi, Pjaca e Dani Alves, che si sono dimostrati subito decisivi. Ma il caso Bonucci-Allegri, anche se per gli interessati è chiuso (come conferma il tweet della moglie del giocatore: «Dopo il punto, si va a capo»), apre nuovi scenari. L’alterco, pesantissimo, è accaduto davanti a tutti venerdì sera durante l’innocua vittoria sul Palermo, ma le tempistiche delle decisioni prese confermano quello che si apprende da più fonti: nello spogliatoio si sarebbe sfiorato lo scontro fisico e già venerdì notte Allegri avrebbe chiesto alla società di punire Bonucci, mandandolo in tribuna a Porto.
Sabato a Vinovo c’è stato il confronto tra i due alla presenza di Marotta, Nedved e Paratici: Bonucci non ha chiesto scusa, anzi i toni si sarebbero alzati. E qui si sarebbe sfiorata la clamorosa rottura: Allegri minaccia le dimissioni. La società prende tempo, minimizza e in serata fa sapere che sta valutando la multa per il giocatore. Ma l’ultimatum dell’allenatore lascia il segno e si arriva alla decisione di «avallare» la richiesta del tecnico. A Vinovo è pace armata. E il patto, che comunque unisce Max e Leo, è di provare a vincere tutto. «O io o lui»".