di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
“Cerco tiempo e nun ce ne sta...” cantavano i 99 Posse . La partenza con il freno a mano tirato del Napoli è una novità per molti, non per Maurizio Sarri. L’allenatore l’ha detto in tempi sospetti che l’avvio sarebbe stato difficile perché fisiologicamente le sue squadre partono lente per poi sciogliere le briglie. Con queste parole, il mister non ha voluto mettere la mani avanti. Sarri ha detto ciò perché ci sono dei dati a suffragare la sua tesi.
Se andiamo a prendere le ultime tre stagioni empolesi, spuntano dettagli interessanti che possono in qualche modo dare fiducia. Nel suo primo anno al Castellani (stagione 2012-2013), Sarri nelle prime tre partite totalizzò un solo punto contro il Sassuolo. Le reti segnate furono tre, quelle subite sei. Il dato sui gol passivi è il filo conduttore con l’attuale situazione difensiva del Napoli. Anche qui il numero delle reti è uguale. Quell’Empoli sbandò inizialmente in difesa perché necessitava di metabolizzare la cura sarriana, proprio come sta facendo ora la retroguardia partenopea. Ovviamente, le reti realizzate sono superiori perché il reparto offensivo azzurro è di un altro pianeta rispetto a quello che Sarri allenava prima. La stagione 2012-13 vide Sarri, nel complesso, realizzare nelle prime 10 giornate solo 7 punti. L’Empoli totalizzò 73 punti terminando al quarto posto dopo 42 partite con 69 reti fatte e 51 subite. A Napoli il tempo c’è, ma non è infinito. Vi immaginate la città cosa diventerebbe dopo un cammino analogo?
Al netto di uscite infelici dovute anche ad una poca attitudine di stare davanti ad una pressione mediatica enorme, c’è da dire che Sarri una verità l’ha detta. Quando paragona (incautamente) il Napoli all’Empoli, si riferisce al fatto che il segreto del suo gioco sta nel memorizzare i movimenti. Nella seconda stagione in B con l’Empoli, fece un avvio da applausi proprio perché la sua squadra giocava ad occhi chiusi. L’anno scorso in A, vuoi anche per impatto tecnico, Sarri totalizzò anche qui 1 punto in 3 gare.
C’è un proverbio che dice: “Mentre il medico studia, il malato muore”. Il Napoli è malato, ma ha dimostrato di poter reagire. Sarri deve accelerare le cure e gli studi prima che sia troppo tardi. Ne vale della sua vita calcistica e di chi ha voluto portarsi da Empoli per azzerare i dogmi beniteziani.
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