La Gazzetta dello Sport scrive su Maurizio Sarri: "Benvenuti nell’universo Napoli, dove ogni cosa è al proprio posto e dove i numeri raccontano verità sorprendenti. Basta impegnarsi un po’ nel leggere le cifre, all’indomani della terza vittoria nel girone di Europa League, per rendersi conto di quanto sia particolare ed entusiasmante il nuovo progetto che Aurelio De Laurentiis ha consegnato nelle mani o, per meglio dire, all’ingegno di Maurizio Sarri, il vezzo di questo Napoli. Gli sono bastati due mesi per rimettere in piedi le ambizioni dei napoletani, per rimuovere dalla mente l’era Benitez e la rabbia per certe occasioni fallite: una Coppa Italia e una Supercoppa italiana non hanno soddisfatto un ambiente che avrebbe voluto quanto meno partecipare alla Champions e che, invece, s’è dovuto accontentare della seconda manifestazione europea fallita, peraltro, nella passata stagione. Nella classifica combinata campionato-coppe, il Napoli è in testa con 24 punti e una media di 2,18 a partita. Se non bastasse questo numero a rendere perbene la forza del collettivo di Sarri, c’è anche lo score europeo a celebrarla. Il Napoli, infatti, ha il migliore attacco (11 reti) e la difesa meno perforata (1, come il Paok) dell’Europa League: nemmeno in Champions c’è una squadra che abbia fatto meglio. Innanzitutto, l’apporto di Sarri. Poi, la qualità dell’organico e le capacità dell’allenatore stesso di adattare il modulo tattico alle caratteristiche dei singoli. Accorgimenti che gli hanno permesso di superare indenne la mancanza di risultati nelle prime tre giornate, quando tutto sembrava giocargli contro. Ha avuto il coraggio, Sarri, di rivedere le proprie idee e di proporre un 4-3-3 molto più pratico e necessario per esaltare la qualità del potenziale offensivo: in questo momento, la sua impronta nel Napoli è molto più visibile di quanto non lo sia quella di Garcia alla Roma o di Mihajlovic al Milan. Nulla nasce per caso nel suo modo d’intendere il calcio"