Come si legge sul Corriere del Mezzogiorno, Luigi De Magistriss avrebbe in mente un piano alternativo per il restyling dello stadio San Paolo: "Per quello che si dicono ormai da tempo, immaginare che alla fine si siedano intorno a un tavolo e trovino la soluzione è per lo meno complicato. Aurelio De Laurentiis e Luigi de Magistris se le danno di santa ragione. Oggetto del «contendere»: il San Paolo. Quel San Paolo che per il presidente del Napoli è «un cesso che strapago». Parole che hanno probabilmente messo fine al dialogo tra i due, anche se il sindaco è intenzionato «prima della fine del mio mandato a blindare tutta la discussione». Intanto, però, l’ex magistrato chiede «rispetto da parte di tutti quando si parla della città, anche perché nello stadio che de Laurentiis chiama cesso il Napoli di Maradona ha vinto due scudetti». Una bordata, l’ennesima, di non poco conto. Per il sindaco serve «abbassare la tensione, si sta lavorando per degli obiettivi», però «se De Laurentiis considera realmente lo stadio così, faccia presto a mettere i soldi per farlo diventare un salotto; abbiamo creato le condizioni perché investa». Come dire: fuori i soldi necessari e la partita si chiude. Soprassedendo sulla qualità del dialogo, è chiaro che de Magistris ha compreso che forse i tempi per chiudere tutto entro il prossimo mese di maggio non ci sono. Ma c’è un’altra novità nella telenovela infinita sullo stadio: qualora le parti non dovessero trovare la convergenza entro la fine del 2015, il sindaco annuncia «un piano B a cui sto lavorando». Un piano che «sarebbe interamente pubblico, innovativo, con soldi che ci mette il Comune e un crowdfunding», che altro non è che la strada di un’azionariato popolare per rifare lo stadio. Ma si tratterebbe di un percorso senza dubbio in salita comunque non sperimentato altrove dove, invece, un po’ ovunque, amministrazioni locali e club sportivi stanno siglando"