Tre multinazionali sulla strada delle italiane in Europa League. Il Wolfsburg alimentato dal motore Volkswagen, lo Zenit del colosso Gazprom che fornisce energia a mezza Europa e la Dinamo Mosca del bilionario Boris Rotenberg, amico e compagno di judo di Vladimir Putin. Avversarie temibili, soprattutto per Inter e Torino e non solo per la loro potenza economica. Conosciamole meglio.
WOLFSBURG – La vicecapolista della Bundesliga, a -8 dal Bayern, per l’Inter. Dieter Hecking la allena dalla fine di dicembre 2012: l’ha raccolta al quartultimo posto e l’ha portata a una comoda salvezza, poi a 1 punto dalla Champions nel campionato scorso. È una squadra in forma strepitosa: ha eliminato lo Sporting Lisbona ai sedicesemi ed è imbattuta da 3 mesi e 13 partite, in cui ha ottenuto 4 pareggi e 9 vittorie, compreso il poker al Bayern di fine gennaio. Il club è così solido da potersi permettere un acquisto da 32 milioni nel mercato di gennaio (Schürrle dal Chelsea) e di rifiutare un’offerta da 25 milioni in estate dal Bayern per il terzino sinistro svizzero Ricardo Rodriguez, al quale è stato invece aumentato l’ingaggio. Il modulo è il 4-2-3-1, alimentato dal belga Kevin De Bruyne, ex Chelsea e Werder, 8 gol e 12 assist in Bundes. Ma l’uomo del momento è il 25enne attaccante olandese Bas Dost, 11 reti nelle ultime 7 partite. Pochi i punti deboli per una delle favorite del torneo, abituata a giocare ad alti ritmi e con una forza fisica generale impressionante. La chiave per l’Inter sarà conquistare il possesso palla e attaccare in velocità.
ZENIT SAN PIETROBURGO – La capolista della Premier Liga per il Torino. Strapotente economicamente e fisicamente quanto debole mentalmente. La storia recente dello Zenit è ricca di fallimenti europei: quello dell’anno scorso in Champions contro il Borussia agli ottavi è costato la panchina a Luciano Spalletti, per l’atteggiamento arrendevole ancor prima che per il risultato. Nemmeno Villas Boas è riuscito a sfatare il tabù Champions quest’anno, eliminato da Leverkusen e Monaco in un girone apparentemente accessibile. Le due partite dei sedicesimi contro il PSV (1-0 e 3-0) hanno mostrato una squadra in salute dopo il letargo invernale. Il trio offensivo Hulk (Bra) – Rondon (Ven) – Danny (Por) abbina potenza e velocità, a centrocampo ci sono forza fisica ed esperienza, dietro manca un po’ di velocità alla pur solida coppia centrale Neto-Garay. Per giocarsela fino in fondo, il Toro dovrà ripresentarsi per altri 180′ nell’eroica versione di San Mamès.
DINAMO MOSCA – La terza forza della Premier Liga, a -9 dallo Zenit, per il Napoli. È stata l’unica a chiudere il girone a punteggio pieno, battendo sia all’andata che al ritorno PSV, Panathinaikos edEstoril. Agli ottavi, poi, ha eliminato l’Anderlecht(0-0 e 3-1 in rimonta). Ha vinto 8 delle ultime 10 partite tra campionato e coppa, subendo appena 2 reti. La scuola russa è rappresentata dagli espertiDenisov e Zhirkov e dal 23enne attaccanteKokorin, pupillo di Capello. L’estate scorsa è arrivato il fantasista francese Valbuena, ex OM, pagato 7 milioni di euro, quasi quanto l’ingaggio annuale dell’attaccante tedesco Kevin Kuranyi, in rosa dal 2010. Il Napoli è superiore ma non deve sottovalutare l’impegno: concedere gol all’andata complicherebbe i piani in vista del ritorno contro un avversario equilibrato, guidato da Stanislav Cherchesov, ex portiere della Russia e degli arcirivali dello Spartak.