SPECIALE - Castelvolturno, l'ex sindaco: "La verità sulla 'Coverciano del Sud': l'UE avrebbe finanziato il progetto! Otto campi e foresteria, ma De Laurentiis andava 'foraggiato'..."

Esclusive fonte : dai nostri inviati a Castelvolturno Salvio Passante, Fabio Cannavo e Claudio Russo
SPECIALE - Castelvolturno, l'ex sindaco: La verità sulla 'Coverciano del Sud': l'UE avrebbe finanziato il progetto! Otto campi e foresteria, ma De Laurentiis andava 'foraggiato'...

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L’ex sindaco di Castelvolturno, Antonio Scalzone, è stato rintracciato, in esclusiva, dalla redazione di CalcioNapoli24.it per affrontare il tema del Centro Tecnico di Castelvolturno, l’ex Holiday Inn, la struttura che ospita il Napoli per gli allenamenti. Lo stesso Scalzone, insieme a tutta la Giunta Comunale, prima che scadesse la sua carica, fu commissariato in un maxi processo con circostanze ancora da chiarire. Ma nel più lontano 2011, fu lo stesso Antonio Scalzone a presentare una bozza di progetto che il Comune, tramite la famiglia Coppola e la ‘collaborazione’ del Napoli, aveva preparato, prima di presentarlo ufficialmente alla autorità competenti. In un video tratto da Youtube, in un servizio televisivo, viene ‘illustrato’ la bozza di progetto che avrebbe riqualificato non solo il Centro Sportivo dove si allena il Napoli, ma anche tutta la zona del litorale domitio (CLICCA QUI PER VEDERLO). La redazione di CalcioNapoli24.it, per vederci più chiaro, anche in base alle parole dell’attuale sindaco di Castelvolturno, Dmitri Russo, si è andata a documentare direttamente dall’ex sindaco Scalzone.

Dott. Scalzone, come mai non fu attuato quel famoso progetto che provaste a presentare nel 2011?
“Ogni progettualità va sostenuta e spinta, ma dopo la fine del mio mandato non c'è stata più tanta attenzione. Per Castelvolturno quel progetto rappresentava un altro degli elementi per tentare di sviluppare la nostra area litorale. Poteva rappresentare una valvola di sfogo per la città di Napoli. Sono iniziative che andrebbero curate, ma dopo il commissariamento del Comune, nessuno più s'è interessato alla questione. De Laurentiis andava foraggiato in questa avventura perchè dove dovevano essere realizzati i campi di calcio si tratta di una zona tra la pineta ed il mare, dove esistono dei vincoli che potevano essere superati visto il poco impatto ambientale che si sarebbe creato sulla zona. Si è arenato tutto perchè qualsiasi iniziativa va sostenuta ed alimentata. Anche una semplice idea, se portata avanti e se sostenuta, può realizzarsi con semplicità”.

E' vero che sarebbero stati stanziati dei fondi da parte della Comunità Europea per avallare la creazione del progetto?
“Sì, la Comunità Economica Europea ci avrebbe finanziato il progetto. Si sarebbe trattato di una scuola calcio per circa quattrocento ragazzi. I giovani calciatori sono al sud, ma mancano le strutture e le iniziative che avvicinano gli stessi giovani allo sport. La cifra non era di 30 mln di euro, sarebbero stati molto meno, anche perchè il Napoli avrebbe collaborato. Facemmo un sopralluogo al campo di calcio vicino al centro storico della città per vedere se poteva essere utilizzato per la Primavera del Napoli, ma c'erano tanti lavori da fare e non conveniva sotto il profilo economico e il presidente si convinse a creare i dieci campi di calcio adiacenti alla struttura dove adesso si allena il Napoli. Il campo da golf che già c'è sarebbe rimasto così com'è, il tutto sarebbe stato costruito in una zona vicina, ma non riguardante l'attuale spazio”.

In che percentuale economica avrebbe partecipato De Laurentiis al progetto?
“Delle cifre non si è mai discusso, eravamo in fase embrionale, ma ricordo bene che De Laurentiis era molto interessato ed avrebbe voluto realizzare questa iniziativa”.

Gli alloggi della foresteria?
“Sarebbe stata realizzata una struttura alberghiera idonea che potesse fungere da elemento complementare alla struttura prettamente sportiva. Eravamo in contatto coi tecnici del Calcio Napoli, con Fassone in particolare. Ci incontrammo fino a quando sono stato in carica, dopo di che i rapporti si sono chiusi”.

E' ancora attuabile il progetto?
“Sì, ma dipende molto dalla volontà di De Laurentiis, perchè al di là di qualsiasi amministrazione che c'è sul territorio, credo sia interessante per chiunque dare una mano a chi voglia realizzare qualcosa di buono. La municipalità dovrebbe coinvolgere il presidente che avrebbe ricevuto degli oneri da questa ospitalità che riceve a Castelvolturno tramite la società privata dei Coppola. De Laurentiis, in cambio, avrebbe dovuto assicurare un paio di manifestazioni di spettacolo importanti qui a Castelvolturno. Molti calciatori del Napoli risiedono e sono affezionati al territorio, alcuni di questi hanno acquistato casa. Si fa una cattiva pubblicità, ma il fatto che giocatori di cotanta importanza restino qui vuol dire che si parla male e a vanvera. Si vive molto meglio qui che in tante altre realtà”.

Il contratto e la convenzione tra il Napoli e i Coppola?
“Credo che debba essere continuato questo rapporto perchè i vantaggi sono reciproci. Avevamo un'altra opzione: c'è una grande struttura mai completata, all'interno di Baia Verde. Mettemmo in progetto questa struttura con una fascia costiera di due chilometri dove sarebbe stato realizzato un campo da golf, più varie strutture ricettive e anche questo avrebbe fatto al caso del Calcio Napoli.  Tempi tecnici? Oggi non c'è bisogno di avere lungaggini asfissianti, ad oggi è molto più pratica la cosa, nel giro di qualche mese si sarebbe riuscito a definire tutto. C'è un vincolo paesaggistico-ambientale, ci sarebbero state delle indicazioni da parte della Sovraintendenza che ci avrebbe aiutato a capire quale zone sono costruibili e quali no. Si tratterebbe di inserimenti qualificanti per il territorio.  Lo stesso Holiday è stato costruito, per cui i vincoli non sono ostativi e si può continuare. Non è necessario tagliare i pini, il progetto avrebbe coinvolto la zona limitrofa alla pineta. Il prezzo totale del progetto sarebbe stato di circa 10 mln, di cui gran parte sarebbe stata finanziata dalla Comunità Europea. Mi auguro che prima o poi nasca questa cittadella dello sport a Castelvolturno, mi auguro che qualche amministratore torni a proporre a De Laurentiis questo progetto, anche per coinvolgerlo. Qualcosa al territorio, il Napoli deve lasciare. Aree come queste, in Campania, non se ne trovano”.

Il suo progetto che provò a presentare nel 2011, di preciso, cosa trattava?
“Si trattava di una bozza. Il progetto era ed è fattibile per tutta una serie di motivi. La zona di Castelvolturno, specialmente quella di Pineta Mare, è sottoposta a vincoli paesaggistici, è vero, ma il progetto che fu fatto non intaccava i pini del nostro splendido lungomare, anzi. Si trattava di costruire nuovi campi di allenamenti, nello specifico erano otto, al di là del canale che divide l’attuale Marina Resort di Castello dal resto della pineta. In quello spazio non vi sono pini, ed è costruibile. Avremmo creato un ponte privato che avrebbe collegato l’attuale struttura del Marina di Castello con questa cittadella dello sport. Se io fossi stato ancora il sindaco di Castelvolturno avrei provato ancora a realizzarlo. Avremmo restaurato tutto il territorio, perché oltre ai campi da calcio ne avremmo voluto fare anche un altro, da golf, nella zona di Ischitella. Sarebbe stata la Coverciano del Sud. La famiglia Coppola ha avuto dei problemi con le banche e si sono fermati col progetto, perciò non se ne fece più nulla. Il progetto sarebbe stato presentato, il Comune avrebbe fatto la conferenza di servizio. Una trattativa congiunta tra privati (Calcio Napoli e Coppola) e il Comune. Si parlava di costruire lo stadio San Paolo qui a Villa Literno, congiungibile con una metro a Napoli. Sono trattative partite nel 2003 quando la situazione economica era totalmente diversa. Adesso sarebbe impensabile di rifarlo, dipenderebbe molto dal presidente De Laurentiis”.
 

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