di Marco Galiero
Twitter: @GalieroM
Dopo una magnifica stagione all'Empoli, Maurizio Sarri è ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli. Un lavoratore, figlio di operai, ma soprattutto un grande intenditore di calcio. Il suo palmares non si può paragonare a quello di Benitez: Sarri ha allenato l'Arezzo, il Perugia, il Grosseto e nel 2010 l'Alessandria. Proprio in quella squadra c'era un attaccante ventunenne che, in quella stagione, con Sarri, arrivò a quota 14 gol conquistando il titolo di miglior marcatore: Stefano Scappini, attualmente in forza al Grosseto. La nostra redazione l'ha contattato in esclusiva proprio per chiedergli un approfondimento sull'allenatore:
Sarri è il nuovo allenatore del Napoli, l'hai saputo? "Sì, i giornali non parlano d'altro. Mi sono trovato benissimo con lui, ci ho giocato sia nell'Alessandria che nel Sorrento. E' stato il mister migliore che abbia mai avuto. Un allenatore che cura così tanto i particolari, come fa lui, io ancora non l'ho mai visto. Mi fa piacere per questa chances che il Napoli ha voluto dargli. Se la merita".
Sei stato il miglior marcatore a 21 anni grazie a lui? "Sono andato in doppia a soli 21 anni e devo ringraziare solo il mister per questo. Ero terzo in classifica marcatori dietro Paulinho e Juanito Gomez. Addirittura, ricordo che il mister preferiva me a Fabio Artico, che allora era il capitano. Ha sempre avuto coraggio a mandare me in campo a soli 21 anni, anzichè uno esperto come Artico. Il mister mi ha dato sempre tanta fiducia ed io ho saputo ripagarlo".
Nel Napoli schiererà un attacco a due o un'unica punta? "Il Napoli è tutta un'altra cosa. Stiamo parlando di giocatori che, a livello mondiale, sono i più forti. Attaccanti come Higuain, se stanno bene, possono fare meglio di tutte le altre squadre di serie A. Io giocavo unica punta, dietro c'era Croce che, però, non era proprio una seconda punta, ma più un centrocampista arretrato. Alle spalle non avevo una squadra che giocava esclusivamente per me. Sarri è molto intelligente, ha sempre messo tutti al posto giusto".
Su cosa insisteva in allenamento? "Preparava molto gli esterni: avevano il compito di arrivare sul fonodo e crossare, io quello di mettere la palla dentro. Il mister è di una pignoleria maniacale sulle palle inattive. Ricordo che in ogni seduta d'allenamento ci faceva provare almeno dieci volte i falli laterali. Amava il 4-2-3-1, anche se negli l'ha un po' modificato".
Com'era fuori dal campo? "L'ho vissuto sul campo ed è stata una cosa straordinaria. Tuttavia, quello che i tifosi vedevano in campo era solo una conseguenza del rapporto che c'era fuori dal campo. Una persona d'oro, riusciva a tenerci sempre tutti uniti e compatti. Non ci sono mai stati screzi".
Com'era a tavola con voi? "Il mister era preciso anche con la dieta, a tavola dovevamo rigare dritto. La buona alimentazione è alla base di tutto".
Come preparava le partite? "In serie C c'erano giocatori totalmente sconosciuti, ma lui li conosceva tutti. Quando studiavamo l'avversario, lui ci sapeva dire vita, morte e miracoli di tutti. Sarri vive di calcio, sta sempre sul pezzo".
E il suo rapporto con le sigarette? "Non provate a togliergliele, s'innervosisce e diventa una bestia".
Cosa succedeva se la squadra non s'impegnava abbastanza? "Il mister si arrabbiava e devo dire che, quando si arrabbia lui, è un bel martello. Quando non ci impegnavamo abbastanza in allenamento, ci mandava improvvisamente tutti in doccia. Gridava come un pazzo, faceva strilli che li sentiva tutta la città. Quando la squadra non girava, ci faceva rivedere gli errori fatti e penso che questo ci aiutava tantissimo. Non puoi tralasciare nulla con Sarri, altrimenti si arrabbia. Con me, in particolare, capitava che qualche volta facevo gol e poi mi adagiavo sugli allori: me ne diceva di tutti i colori. Così, io cercavo di rimediare e qualche volta mi capitava di firmare una bella doppietta. Devo tutto a Sarri, davvero".
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