Sal Da Vinci: "Di Lorenzo, il temporale è passato: vive Napoli, è la sua terra. Conte scelta lucida. Scudetto? Sensazioni indescrivibili. Quando Spalletti mi sussurrò all'orecchio e quell''incidente' con ADL" | ESCLUSIVA

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Sal Da Vinci: Di Lorenzo, il temporale è passato: vive Napoli, è la sua terra. Conte scelta lucida. Scudetto? Sensazioni indescrivibili. Quando Spalletti mi sussurrò all'orecchio e quell''incidente' con ADL | ESCLUSIVA

Sal Da Vinci è stato ospite della redazione di CalcioNapoli24 e, a cuore aperto, ha parlato della sua carriera, della sua infanzia e del suo tifo per il Napoli rivelando diverse curiosità

"'Rossetto e caffè' è un biglietto da visita. Torno sul mercato dopo tre anni e mezzo e a breve uscirà il mio nuovo album. Sono strafelice, non riesco a trovare le parole per ringraziare tutti per questo affetto incondizionato che sto ricevendo", con queste parole Sal da Vinci comincia il racconto della sua carriera, partendo proprio dalla sua ultima opera 'Rossetto e caffè'. Sal Da Vinci è stato ospite della redazione di CalcioNapoli24 e, in esclusiva, a cuore aperto, ha parlato della sua carriera, della sua infanzia e del suo tifo per il Napoli rivelando diverse curiosità, tanti retroscena anche su Aurelio De Laurentiis, Luciano Spalletti e il suo rapporto di amicizia oltre che su Di Lorenzo e l'emozione della vittoria dello scudetto.

Sal Da Vinci, dove nasce 'Rossetto e caffè'

"'Rossetto e caffè'’ l'ho scritta insieme a Vincenzo D’Agostino e Luca Barbato, due miei collaboratori. Un nuovo progetto discografico che portiamo avanti ultimando gli altri brani anche se non è semplice perché sono preso da altre cose, come il mio tour dal titolo 'Universal'. Le canzoni naturalmente le abbiamo già scritte un po’ di mesi fa solo che da qui a mettere tutto in bella copia non è semplice anche perchè io sono molto meticoloso sul lavoro. 'Rossetto e caffè' è il biglietto da visita di questo progetto musicale. Mi auguro che questo album e queste prossime canzoni possano avere la stessa fortuna".

Nasci a New York ma cosa ti è rimasto?

"Io ho vissuto negli Stati Uniti fino ad un anno, poi sono stato portato a Napoli dalla mia famiglia. Ho sempre vissuto a Napoli anche se mio padre si trovava negli Stati Uniti: lui è stato un cantante molto apprezzato e anche molto famoso lì. Era scritturato da una delle più grandi case produttrice cinematografiche, la United Artists. Mamma, quando papà partì, era incinta di me da 3-4 mesi: papà voleva assistere al parto e decise di farla andare negli Stati Uniti dove io poi sono nato. Un qualcosa di particolare che mi porto dentro come la napoletanità che mi ha sempre dato una spinta nel credere in ciò che faccio e nell’alimentare i miei sogni".

Sal Da Vinci

Lo scudetto e il rapporto con Di Lorenzo

Si è tanto parlato di Giovanni Di Lorenzo durante l'estate. Come giudichi la situazione?

"Giovanni è un grandissimo professionista ma purtroppo le parole volano e qualche volta possono essere distorte. Bisogna rispettare la sensibilità dell’uomo perché dietro tutto questo comunque c’è un uomo. Giovanni ha sempre dimostrato di tenerci alla causa e si è sempre impegnato, stando sempre sul pezzo, mantenendo equilibrio nello spogliatoio. Non voglio entrare nelle questioni di spogliatoio e su cosa è accaduto con la società. Poi preferisco vedere e vivere il momento dello spettacolo, della squadra che vince ma mi auguro che dall’altra parte ci sia una grande armonia. Possono anche arrivare temporali ma non bisogna assolutamente puntare il dito e lasciare loro la giusta serenità. Sono contento e felice di avere in rosa un uomo di esperienza come Giovanni Di Lorenzo che potrà tranquillamente dare ancora tanto ma tanto alla squadra azzurra. Ha dimostrato di voler vivere ancora nella nostra terra in quanto è una bandiera e non lo dobbiamo mai dimenticare".

Lo Scudetto a Napoli dopo 33 anni, una gioia pazzesca, tu come l’hai vissuto quel momento da tifoso del Napoli?

"Dopo 33 anni abbiamo vissuto delle sensazioni indescrivibili. Ci siamo sentiti tutti partecipi, vittoriosi insieme ad un Napoli forte. Abbiamo vissuto tante scene meravigliose di persone che non si conoscevano e si abbracciavano, che condividevano il sogno realizzato con una città intera che si è tinta di azzurro e non faceva altro che gioire. Napoli sta crescendo anche come città, riconosciuta in ogni dove: finalmente è stata aperta una metropolitana meravigliosa, per esempio. Nascono tante cose che ricordano opere d'arte. Spero che ci possano essere altre opportunità di vittoria, dopo aver smarrito il tutto nel passato campionato, ma preferisco fermarmi qui..."

Conte nuovo allenatore del Napoli, non si poteva scegliere di meglio ma il progetto Napoli deve cambiare dopo gli ultimi risultati. Il tuo amico, il presidente Aurelio De Laurentiis ha dimostrato di voler far ripartire il progetto Napoli, dandogli massima libertà

"Il presidente è proprietario del calcio Napoli e naturalmente, come tutti noi, può fare degli errori: una scelta la si può sbagliare. Il presidente è stato così lucido e scaltro che ha portato a termine un suo obiettivo, l'arrivo dell'attuale allenatore. De Laurentiis si era prefissato di realizzare qualcosa di magico e lo sta facendo. Antonio Conte è un top player ma mi affido anche alle sue parole che dice di aver bisogno comunque di una squadra forte da mandare sul terreno di gioco con calciatori che possano seguire le sue direttive. Conte è un grande regista che mette insieme questo film, partita per partita, con i calciatori che devono saper recitare bene".

Ha realizzato tante cose belle ma 'Napule mia' è legata un po’ allo scudetto?

"Testo realizzato con Claudio Mattone ma voglio chiarire questa cosa. Quando Claudio Mattone ha scritto questo omaggio, questa lettera d’ amore a Napoli, la città si trovava anche nella goduria della squadra che era riuscita a vincere lo scudetto. Non era il suo intento, quello di scrivere un inno per il Napoli ma è chiaro che se lo diventasse ne sarebbe felice. Le canzoni vengono consegnate alla vita come i figli".

Sal Da Vinci e Luciano Spalletti, un curioso retroscena

Luciano Spalletti è stato l’artefice di quello scudetto: un altro tuo amico. So che hai aneddoti su di lui

"Mister Luciano Spalletti è un uomo straordinario, che ha caparbietà a tenere il gruppo unito. Ha dormito negli spogliato di Castel Volturno e questo deve far capire l'attaccamento che ha avuto per questi colori. Una sera mi trovavo in un ristorante e non mi ero accorto che lui era lì. Venne dietro di me e mi sussurrò all’orecchio: 'Ma poi a quella l’hai fatta innamorare?' Io per cinque secondi non ho parlato, rimasi in silenzio, mi girai e lo trovai alle mie spalle. Ho avuto anche il piacere di giocare con lui qualche anno fa, con la nazionale italiana cantanti, che spesso veniva a vedere. Si divertiva tanto con noi, è una persona molto seria che sa dare l'anima".

Hai cantato tante volte allo stadio Diego Armando Maradona, prima ancora stadio San Paolo. Ma cosa hai provato in quel 5 giugno di due anni fa, durante la festa scudetto?

"E’ sempre un’emozione cantare e scendere su quel su quel palco, vero e proprio terreno di gioco che mi riporta a ricordi passati. Ero adolescente quando mio padre mi portava a vedere le partitte del Napoli. Ho vissuto i primi scudetti in maniera magnifica: ero lì allo stadio, finì per essere catapultato praticamente dagli spalti giù, addosso ad altre persone per per la gioia. Due anni fa mi ritrovai dall'altra parte, sul campo, provando un'emozione incredibile: fu una serata magica e cantai per celebrare lo scudetto, sentendo tanti cori che mi hanno fatto gioire per questa grande impresa".

Con il Napoli non possiamo dire 'Non riesco a farti innamorare...'

"No, non lo possiamo dire perché il Napoli e secondo me proprio Napoli in generale come città, si lascia amare e ama senza che tu neanche te ne accorgi certe volte".

Quanto stai amando le nuove leve a livello di musica come Geolier, per esempio. Emanuele, nell’ultimo periodo, sta facendo tante cose importanti e ha riempito lo stadio Maradona per ben due volte

"Credo che Emanuele sia la voce di una nuova generazione che si esprime raccontando delle cose molto interessanti ma poi, dietro di lui, ci sono tanti altri che raccolgono le braciolette perchè c’è poca ciccia: è come dire che ti presenti in un bel ristorante e ordini un piatto di pasta asciutta che desideri tanto ma che resta pasta asciutta. Poi ci sono quelli che cavalcano solo l’odore del piatto: c’è tanta fuffa e poca qualità musicale. Emanuele e altri talenti giovani emergenti sono forti ma Geolier è la bandiera di questa nuova generazione".

Mi racconti quell'incontro per registrare con Lucio Dalla in barca?

"Volevo fare un omaggio al grande Renato Carosone con una canzone scritta da Claudio Mattone nel 1989 che passò inosservata in un Sanremo. Incontrai Lucio Dalla, gli chiesi di riprendere questa canzone e lui mi chiese di raggiungerlo in barca per registrare. Io non avevo i mezzi per spostare lo studio in barca, ma lui mi tranquillizzò dicendomi che la sua barca era dotata di studio di registrazione. Mentre si registrava, cominciò a muoversi tutto: era arrivato Aurelio De Laurentiis che, con la sua barca si era accostato alla nostra, facendo cadere un po' di cose. Mi ricordo che Lucio uscì fuori e si mise a parlare con il presidente e naturalmente lo feci anche io: ci salutammo e scambiammo qualche parola".

Se dovessi definire Napoli, come la definiresti?

"Credo che Napoli sia il luogo più magico al mondo. Ho scelto di vivere a Napoli anche se ho avuto tante opportunità per vivere fuori dalla mia città, soprattutto lavorative, ma sto qui perché Napoli è la mia famiglia e quando si parla di famiglia si parla d’amore e di tutte le sue sfaccettature".

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Sal Da Vinci
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