ESCLUSIVA - VIDEO - Soviero: "Marino preferì Iezzo a me. Io e Mazzarri? Non c'era simpatia. Vi svelo tutto sulla famosa 'rissa': ecco perchè reagii così. Io allenatore dei portieri del Napoli? Se lo fa Papale..."

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ESCLUSIVA - VIDEO - Soviero: Marino preferì Iezzo a me. Io e Mazzarri? Non c'era simpatia. Vi svelo tutto sulla famosa 'rissa': ecco perchè reagii così. Io allenatore dei portieri del Napoli? Se lo fa Papale...

Nativo di Nola, ma con una carriera passata in giro per la Campania e non solo. Salvatore Soviero, ex portiere conosciuto per il suo carattere da guerriero che lo contraddistingueva, nella sua carriera ha indossato le maglie di Acerrana, Nola, Avellino, Salernitana, Scafatese e Juve Stabia, senza contare l'esperienze con Genoa, Venezia, Reggina e Crotone. Più di 400 presenze tra i professionisti, tra Serie A, B e C. La redazione di Calcionapoli24 ha avuto il piacere di intervistare Soviero per affrontare svariati temi, tra le sue esperienze calcistiche in Campania, la presunta rivalità col popolo napoletano e il suo rapporto con Walter Mazzarri.

Avellino, Salernitana e Juve Stabia. Ti mancava solo la maglia del Napoli e poi la Campania sarebbe stata al completo. Sei mai stato vicino a vestire la maglia azzurra?
“Sì, quando il Napoli era in C e prese Iezzo. Secondo il direttore offriva più garanzie sotto l’aspetto caratteriale. Io ero solito essere espulso, spesso prendevo due o tre giornate di squalifica. Un po’ ci sono rimasto male, andare a Napoli significava dare una svolta alla mia carriera. Giocavo con la Reggina in Serie A, ma il progetto Napoli mi affascinava parecchio. Peccato che non si concretizzò”.

In A con la Reggina di mister Mazzarri. Svelaci chi è Mazzarri dentro e fuori il campo di calcio.
“Lui è un motivatore, crede in quello che fa, va avanti per la sua strada con le sue convinzioni. Io con lui non ho avuto un buon rapporto. Lui aveva portato con sè un altro portiere (Pavarini ndr.) e non e stato facile guadagnarmi il posto. Alla fine ho giocato sempre le partite più importanti, ho vinto io, ma tra di noi non c’era simpatia”.

Hai conosciuto anche il Mazzarri calciatore a Nola. Com’era da allievo?
“Non era come adesso. Ha sempre gli stessi atteggiamenti, però con l’esperienza ha acquisito delle qualità che prima non aveva, cioè quelle di moderarsi davanti alla stampa”.

Passato alla storia anche per quella rissa in Messina-Venezia che ti costò una lunga squalifica in campionato. Ci racconti cosa successe?
“Sì, cinque mesi di squalifica, meno male che tre, di quei cinque, erano mesi estivi. Ho pagato un gesto plateale che ha avuto ricadute sulla mia immagine personale. A distanza di dieci anni uno ci ride su, ma sono stati mesi terribili. Era una fase delicata del campionato, il match era molto teso, si parlava molto con gli arbitri, la partita era caricata da varie frecciatine. L’arbitro cacciò il quarto rosso per noi, io non ci vidi più. Mi istigavano, dalla panchina del Messina urlavano: “Siete retrocessi, ti vengo a prendere a casa!”. La mia intenzione era quella di portarmene un paio nel pullman, figuriamoci se li avrei aspettati a casa! Non faccio nomi, ma di certo non era il tecnico del Messina, smentisco tutto ciò che è stato sempre detto sull’allenatore”.

In un Napoli-Crotone tu difendevi la porta dei calabresi al San Paolo. Finì 1 a 0 per il Napoli con rete di Calaiò. La Curva B non fece altro che fischiarti per il tuo passato con Salernitana e Avellino. Come gestivi quelle situazioni?
“Io sono un istintivo, ma mi sento napoletano. Non mi lasciavo intimidire da nessuno, al di là che si trattasse dei tifosi del Napoli. In campo non è mai morto nessuno. Reagisco coi i gesti alle offese, poi si racchiuse tutto nei 90’, ognuno tornò a casa propria senza rancore. Purtroppo sono una persona che non ‘se le tiene’ (le offese), rispondo ad ogni provocazione. Mi carica di più durante una partita. Non è vero che i napoletani mi sono antipatici, anzi. Ma in campo non riconosco nemmeno mio fratello”.

Tra Avellino, Salerno e Castellammare di Stabia, quale delle tre ti è rimasta più nel cuore?
“Salerno è una città fantastica, al di là del campanilismo, ma è una grossa piazza”.

L’anno scorso eri il tecnico della Palmese. Ad oggi di cosa ti occupi?
“Io ho un allevamento di cavalli e un ristorante a Salerno insieme a un amico. Mi tengo aggiornato sul calcio, ho alcuni amici che mi chiedono di allenare per amicizia. Purtroppo se non sei amico di qualcuno fai fatica ad emergere. I allenatori che ho avuto devono dire grazie a qualcuno, molti soprattutto a Moggi che li ha portati a buoni livelli”.

Senza nulla togliere a Nunzio Papale, allenatore dei portieri del Napoli, ma ti piacerebbe vestire quel ruolo?

“Con tutto il rispetto per Papale, che fa questo lavoro da vent’ anni, ma posso farlo anch’ io. Non è la mia aspirazione, ma visto il mio trascorso potrei farlo anche senza sostenere l’esame”.

Chi è stato il calciatore più antipatico e quello più simpatico per te?
“Soffrivo il fratello di Vieri che fece quattro gol in un anno e tutti a me, così come il fratello di Baggio. I miei più grandi amici? Ne ho pochi: uno è Pelliccia che ha giocato con me a Genova e Zamboni che è stato anche a Napoli. Molti conoscenti, ma nel calcio ci sono pochi amici. Ah, dimenticavo, mi era antipatico Tiribocchi, anche lui mi segnava sempre”.

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