di Ciro Novellino
Vittorio Tosto è un doppio ex di Napoli e Empoli, porta nel cuore le due città. Sarà al Castellani per assistere al match di domenica. La redazione di CalcioNapoli24 l'ha raggiunto per parlare di questo match, ma soprattutto del suo passato.
Vittorio, inizi a dare i primi calci importanti ad un pallone nella Fiorentina. In quella tua squadra c'erano calciatori come Dunga e Batistuta. Quanto hai imparato da loro?
“Tantissimo. Ci tengo a fare un piccolo passo indietro nominando la Cariatese che è la squadra del mio paese. Questo fa capire che sono partito da lontanissimo, da un paesino sperduto della Calabria che era in Interregionale, ero uno dei più giovani calciatori di quell'epoca. Avevo 15 anni e la Viola mi vide in un torneo e decise di acquistarmi. Io sono terrone e meridionale e sono fiero di esserlo. Ci tengo a citare la mia ex squadra, quella del mio paese. Andando a Firenze mi si aprì un nuovo mondo. Il primo allenamento avevo nello spogliatoio con me Dunga, Batistuta, Baggio, Baiano, Rui Costa, Edmundo, sono cresciuto con questi calciatori. Era l'ultimo anno di Baggio, si può semplicemente capire cos'era per un ragazzo venuto dai campetti di terra battuta. Non riuscivo neanche ad alzare lo sguardo. Da lì ha preso il via la mia carriera”.
Per un ragazzo, vedere da vicino Roberto Baggio è qualcosa di unico...
“Per me Roberto Baggio è il calciatore in assoluto. In Italia è il top, poi c'è chi crede che lo sia Del Piero, Totti o Rivera”.
Era praticamente impossibile marcare Batistuta...
“Sono stato sfortunato. Quando mi allenavo con la Fiorentina, c'è stato un anno, il 1992, che vincemmo il Torneo di Viareggio. Fui tra i migliori di quel torneo in quella stagione. Passai in prima squadra, la Fiorentina retrocesse in B l'anno dopo e con noi rimase Batistuta. Mi bastava fare qualsiasi tipo di cross, anche la palla buttata lì per caso e, anche se sbagliatissimi, diventavano perfetti”.
Hai parlato del Viareggio, sei ad assistere al torneo?
“Le sto vedendo quasi tutte, mi manca il Napoli. Lo seguirò domani con il Bari e poi sarò al Castellani domenica per seguire Empoli-Napoli”.
Per te una sorta di rimpatriata, in un lato e nell'altro...
“Sono doppio ex, devo essere sincero, mi capita spesso di esserlo per le tante squadre con le queli ho giocato”.
Salernitana, Avellino e poi Napoli...praticamente tutta la Campania per te. Tre piazze diverse, tre città diverse con i propri pregi e difetti
“Per motivi lavorativi e di soddisfazione personale, sono legato a Salerno: ci ho giocato ciqnue anni e vinto anche due campionato dalla C alla B e dalla B alla A. Ad Avellino è stata una parentesi: ero militare e la Fiorentina mi diede in prestito. Fu una brutta stagione, con la retrocessione. Poi avevo il passato alla Salernitana e non ero visto bene. A Napoli ho fatto una buonissima stagione personale. Ho fatto di tutto per venire a Napoli, volevo raggiungere la A con il club azzurro, ma fu la stagione sciagurata del presidente Naldi e tutto terminò con il fallimento della società. A Napoli avrei voluto lavorarci qualche anno in più. Giocare nel Napoli è stato stupendo, ho lasciato un buon ricordo”.
A Napoli hai giocato da protagonista, 38 presenze e anche 5 gol. Hai detto che si doveva fare di più: a livello societario intendi?
“Assolutamente a livello societario. Tutto qui!”
Hai un retroscena anche su un compagno per esempio?
“E' stata una stagione travagliata ma c'era un legame forte con Carmando. Un continuo divertimento durenate la settimana”.
Il Carmando 'moderno' filo di continuità nel Napoli è Tommaso Starace...
“E' proprio così, paragone che ci sta tutto”.
All'Empoli non hai incontrato Sarri, era già andato via. Di sicuro un tecnico che ha dato tanto a Empoli e sta dando tanto a Napoli
“Grande allenatore Sarri. Quando è venuto a Napoli ho spesso detto che era la piazza giusta per esaltare le sue qualità. Mi ricordo quando due stagioni fa ritornò ad Empoli ma pur giocando benissimo non riusciva ad ottenere risultati. Ricordo quando disse che il Napoli era ancora un telefonino tutto da scoprire e da capire fino in fondo per farlo funzionare al meglio. Si vedeva che avrebbe fatto grandi cose a Napoli. L'ho visto lavorare sul campo, ha forte personalità e ha fatto gavetta. Devono lasciarlo lavorare, vincerà presto lo scudetto in azzurro”.
Sei spesso impegnato nel sociale: un bellissimo gesto è il Centro Sportivo a Lucca, intitolato al tuo ex compagno di squadra, Sandro Vignini. Altro impegno sociale è “Una Scuola per Mirandola”...
“Iniziative belle. La scuola per Mirandola è stata realizzata per la zona terremotata, ho subito detto si a questa iniziativa. Ce ne sono tante, soprattutto con il centro sportivo a Lucca. Stiamo allenando un ragazzo con una gamba sola e se riesce a superare i test può andare a giocare nella nazionale per disabili. E' un ragazzo napoletano, si chiama Paolo e lo sto allenando personalmente nel mio centro. Un mesetto di lavoro e vediamo se riusciamo a mandarlo in Nazionale ed eventualmente all'Europeo di ottobre”.
Tu hai fatto la scelta di passare dal campo alla scrivania, passaggio duro per chi ha vissuto di campo?
“Passaggio duro, diverso. Lavorare dietro la scrivania facendo il dirigente o il consulente di mercato come faccio io è dura per chi ha vissuto tanti anni su un terreno di gioco. Vado alla ricerca di giovani, ho creato la Green Soccer Team, li scovo in giro per proporli alle società. Ho fatto il corso di direttore sportivo, il patentino di allenatore Uefa B. Mi piace lavorare seriamente”.
Empoli, il Castellani è tabu' per il Napoli, ma come te lo spieghi?
“L'Empoli è in difficoltà in questo momento e il Napoli vive sulle ali dell'entusiasmo: questa volta potrebbe vincere. Spero di no per l'Empoli, ma spero anche che il Napoli possa vincere qualcosa di importante”.
Roma-Napoli, secondo posto, come finirà?
“Il Napoli la spunterà, la Roma pagherà l'eliminazione dall'Europa League”.
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