di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
Fu campione del mondo, nell’’82, con l’Italia di Enzo Bearzot, ma non solo. Vanta diverse presenze al fianco di Gigi Riva, col Cagliari, ed ha avuto l’onore di giocare col grande Zico, ad Udine. Andiamo a ripercorrere la carriera di Franco Selvaggi, opinionista televisivo a Tifosi Napoletani, programma in diretta su Tele A e Sky 903 ogni giovedì, tra l’altro ex allenatore del Crotone, che ha parlato, in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24.it:
Perché ti chiamavano Spadino? “Perché facevo i goal di fioretto più che di potenza. Fu Bravi, portiere del Cagliari, a darmi questo soprannome”.
Cinque stagioni a Taranto e ventidue goal segnati. Devi tanto alla piazza pugliese. “Facevo la mezz’ala a tutto campo a Taranto, e da mezz’ala sette goal erano tanti. Diventai centravanti a Cagliari grazie a Riva. Da lì partì la mia escalation”.
In quel Taranto c’era anche Vincenzo Montefusco, ex calciatore ed allenatore del Napoli. Che ragazzo era? “Gli rubai il posto, avevo vent’anni e venivo dalla Roma dopo un lunghissimo infortunio. Montefusco era un ottimo calciatore ed è un’ottima persona, era nella parabola discendente dopo una grande carriera”.
Poi nell’82 passaggio al Torino con Luciano Moggi direttore. L’episodio più particolare che ricordi di lui. “Non avevo sentore di ciò che poi ha fatto. Si è sempre comportato in maniera corretta con noi calciatori, sono sempre stato irreprensibile nel mondo del calcio dal punto dell’onestà, non mi sarei sottoposto a nessun’accordo. Anche se qualcuno aveva bisogno di un punto all’ultima giornata non ho mai regalato nulla. Quel Torino andava abbastanza bene, eravamo nelle zone alte della classifica. Perdemmo un derby con la Juve, segnai io e poi fece una doppietta di Platini, che ricordi!”.
Giovanni Francini e Giancarlo Corradini insieme a te in granata prima di passare al Napoli, ma gli azzurri ti hanno mai cercato? “Due ragazzi stupendi, io avevo già 29 anni mentre loro erano alle prime armi. Erano un po’ in soggezione, ma due ragazzi fantastici. Il Napoli voleva me e Claudio Gentile, prima che arrivasse Maradona, ma noi non sapevamo venisse Diego ed io poi chiusi col Torino. Se avessimo saputo dell’arrivo di quel grande campione avremmo scelto entrambi Napoli”.
Dopo Torino il passaggio all’Udinese, con Vinicio in panchina. Sarri gli somiglia davvero così tanto per il modo di interpretare il calcio? “Era una persona straordinaria, un galantuomo. Era un ottimo allenatore, era un modernista, somigliava molto a Sarri, è vero”.
Che ricordo hai di Zico? “Un fenomeno, faceva parte di un altro pianeta. Era un giocatore fantastico, in Italia l’hanno apprezzato ma non fino in fondo. Tra i primi cinque di tutti i tempi”.
Raccontaci di Walter Zenga, tuo ex compagno all’Inter. Era davvero così ‘pazzo’? “Era un ragazzo molto giocoso, un vero professionista che si allenava con molta volontà. Quando decideva di non far entrare la palla in porta ci riusciva”.
Da allenatore sei stato sulla panchina del Crotone per 6 giornate in Serie B nel 2002. Come mai durò così poco la tua avventura in Calabria? “Mi chiamarono quando la squadra era già retrocessa, ma era una buona squadra. Non è facile arrivare in una squadra già retrocessa, io ricompattai l’organico e debuttai con un 2 a 0 a Genova con la Sampdoria. Ne parlarono in tutt’Italia di quel Crotone, feci un lavoro bellissimo. Anche a Castel di Sangro feci risultati incredibili quando non vinsero quasi mai. Potevo fare l’allenatore a buoni livelli, ma avevo un’attività e non volevo lasciarla e mi dedicai a quello. Mi chiamò Bearzot per fare il docente di Scuola Allenatori. Ho fatto lezioni a Costacurta, a Ferrara”.
C’era un giovanissimo Salvatore Aronica nella tua squadra. “Era infortunato, non ha mai giocato con noi. Avevamo un bel rapporto nonostante non potessi mai schierarlo”.
Sei molto legato a Juric, ex allenatore del Genoa. Cos’è che non ha funzionato in rossoblù? “Era molto bravo da calciatore, era il mio regista. Un ragazzo che leggeva bene le situazioni, un atleta eccezionale. Quando mi invitarono alla festa del Crotone mi disse ‘Mister di lei ricordo la gestione del gruppo’ e questo mi fece molto piacere”.
Napoli-Crotone, nessun’insidia per Sarri? “Niente è mai facile nel calcio, ma la differenza di classe e qualità è tanta. L’esito è quasi scontato. Non vorrei che accadesse come quel Sampdoria-Crotone in qui c’ero io e vincemmo già da retrocessi”.
Sei il responsabile, capo delegazione della nazionale Under 16. Ci dai due o tre nomi per il futuro? “L’anno scorso c’era Kean, poi Pellegri. Abbiamo un bel vivaio, ma gli allenatori dovrebbero avere più fiducia in loro”.
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