di Marco Galiero e Alessandro Marrazzo (Twitter: AleMarrazzo1981 - @GalieroM)
Un allenatore che ha cominciato dalle categorie più basse del calcio, in piccoli paesini di provincia per approdare in Serie A dopo 25 anni di gavetta. E' la storia di Maurizio Sarri ex tecnico dell'Empoli, ad un passo dalla grande opportunità di allenare un club prestigioso per il Napoli. In attesa della firma che lo legherà presumibilmente al club azzurro, la redazione di CalcioNapoli24, ha intervistato in esclusiva un suo ex compagnio di squadra, Vanni Bergamaschi, attaccante dello Stia, un paesino di 3000 anime alle porte di Arezzo dove Sarri finì la sua carriera di calciatore per cominciare, quasi per caso, la sua incredibile storia di allenatore.
Vanni, cominciamo dal principio: Come conobbe Sarri?
"Ho conosciuto Sarri all'inizio degli anni '90, ci incontrammo da avversari quando io ero attaccante dello Stia e lui difensore della Catelnuovese. Era un difensore non molto dotato tecnicamente ma sapeva come farsi sentire, era un centrale molto dotato fisicamente che metteva tanta grinta e cuore su ogni pallone. L'anno dopo nella stagione 1990-91, me lo ritrovai come compagno di squadra allo Stia".
Cosa si ricorda di quella stagione?
"Io avevo 34 anni e lui 33, ed eravamo i senatori della squadra che trascinavano i più giovani. Maurizio però, giocava poco a causa di continui problemi all'inguine e alle ginocchia e spesso faceva 80 km per venire al campo anche se non riusciva ad allenarsi a causa dei dolori. La stagione incominciò male e dopo sette o otto partite la dirigenza decise di allontanare il nostro allenatore, Casadio, ma non sapeva con chi sostituirlo. Di mia iniziativa proposi al presidente il nome si Sarri e ricevuto l'assenso, lo comunicai a Maurizio: 'Perchè non alleni tu?' E fu così che diventò il nuovo tecnico".
Quindi è merito suo se Sarri cominciò ad allenare?
"(Ride n.d.r), me lo ripete sempre anche Maurizio ogni volta che abbiamo il piacere di incontrarci, ma ho fatto solo ciò che ritenevo opportuno in quel momento da capitano della squadra. Cominciò un periodo bello quanto surreale".
Com'era Mister Sarri all'inizio della sua carriera d'allenatore?
"Era incredibile. Maurizio cominciò a prendere carta e penna e a scrivere qualsiasi cosa, continuava a prendere appunti. Mandava ogni domenica un supervisore a vedere la partita del nostro prossimo avversario e poi ci chiudeva per 2 ore nello spogliatoio prima della partita descrivendoci meticolosamente chi stavamo per affrontare. Ci descriveva il modo di giocare, il modulo, l'altezza e il piede con cui calciava ogni nostro avvversario e in campo era un vantaggio enorme. Ogni allenamento provavamo i soliti tre schemi su palla da fermo, per ore, era incredibilmente noioso (ride n.d.r.), ma non mi chiedete da dove li prendesse perchè non ne ho la minima idea".
Qual è attualmente il suo rapporto con il mister?
"Siamo ottimi amici! Ovviamente adesso ha ognuno la sua vita e non ci si vede molto ma quando viene da queste parti è bello rincontrarsi, ricordare i vecchi tempi e ridere come abbiamo sempre fatto davanti ad un piatto di tortelli da 'Loris', un ristorante dove ci rechiamo spesso a cena. Sono stato qualche volta a trovarlo ad Empoli ed è stato fantastico vederlo allenare con la passione e la voglia di sempre".
Ci racconta un aneddoto di quei tempi?
"Io e Maurizio fumavamo e fumiamo tantissimo, in questo ci trovavamo a meraviglia. Ero capace di fumare anche sotto la doccia e tra il primo ed il secondo tempo e lui non era da meno. Poi ha una moglie fantastica: la gente che veniva al campo era per metà a vedere la partita mentre l'altra metà era li per ammirare la sua splendida compagna (ride n.d.r.)".
Cosa le è rimasto della vostra amicizia?
"Alleno una squadra di ragazzini e non posso negare che prendo spunto da tante cose che ho visto fare e dire a Maurizio. E' una persona stupenda, seria, scrupolosa ma allo stesso tempo umile e alla mano. E' un grandissimo allenatore e merita una grande panchina come quella del Napoli, ha lavorato tanto ed ha fatto tanta gavetta, basta che gli si conceda una possibilità e lui dimostrerà quanto vale. Sono sicuro che potrà diventare un allenatore di livello europeo. Gli auguro il meglio: Maurizio è la dimostrazione che il lavoro, il sacrificio e la passione pagano sempre".
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