di Alessandro Marrazzo
E' rimasto poco in azzurro, un solo anno, ma si può dire si sia meritato un posto nei ricordi e nel cuore dei tifosi del Napoli. Facundo Quiroga, ex difensore argentino, arrivò a Napoli nell'estate del 2000 grazie alla pressione di Zeman, allenatore dell'epoca. Centrale difensivo arcigno, ma nello stesso tempo dotato di una buona tecnica e visione di gioco. La stagione vissuta a Napoli gli aprì le porte della nazionale argentina e del calcio importante. La redazione di CalcioNapoli24 lo ha rintracciato, in esclusiva, a ridosso della doppia sfida vinta col Wolfsburg, altra sua ex squadra.
Facundo, cosa ti è rimasto della stagione vissuta in maglia azzurra?
"E' un anno che porterò sempre nel mio cuore, il momento più alto della mia carriera calcistica. A Napoli mi sono trovato benissimo ed anche se la stagione si concluse con una bruciante retrocessione, ho avuto tanti attestati di stima per le mie prestazioni e mi fa piacere di aver lasciato un buon ricordo".
Come andò la trattativa che ti portò in azzurro?
"Fu Zeman a volermi insistentemente e non esitai a lasciare lo Sporting Lisbona per vestire la maglia del Napoli. Giocare in un club prestigioso e disputare un campionato dove giocavano i più grandi giocatori del mondo era un'occasione che non mi sarei mai fatto sfuggire".
Fu difficile ambientarsi?
"In tutta sincerità, le prime due settmane fu veramente dura. Non avevo casa e il Napoli mi pagava una camera d'albergo dove stavo completamente solo. Non aveno amici o familiari con me e andai un po' in difficoltà. Poi mi ambientai e mi sono trovato splendidamente sia in squadra che in città".
Nonostante la retrocessione, attirasti l'attenzione di grandi club...
"Proprio così. Purtroppo i risultati individuali non coincisero con quelli collettivi. Seppi dell'interesse di grandi club ma il mio cartellino era dello Sporting Lisbona e quando finì la stagione tornai in Portogallo. Devo tanto al Napoli per la mia carriera".
21 Aprile 2001... Napoli-Brescia 1-1 cosa ti ricorda?
"Quella partita fu una delusione bruciante, uno shock. Siamo stati in vantaggio per tanto tempo ed ormai pregustavamo la vittoria, quando Roberto Baggio pareggiò su punizione allo scadere. Dovevamo e volevamo vincere ma non fu così. Nello spogliatotio dopo la partita non volava una mosca e la delusione era sui volti di tutti. Fu veramente un peccato".
Qualche altra partita che ti è rimasta in mente?
"La doppia sfida con la Juventus fu indimenticabile. Quando si gioca contro i bianconeri è tutto molto speciale e sentito. C'è grande rivalità sportiva e il clima è molto teso. Poi, marcare giocatori come Zidane e Del Piero è impossibile dimenticarlo. Ricordo anche una vittoria contro la Lazio! Dopo quella partita, l'entusiasmo era alle stesse e tutti nello spogliatoio incominciammo a credere di poter puntare all'Europa League ma poi...".
Consiglieresti un giovane difensore argentino al Napoli?
"Se avessi cinque anni in meno, consiglierei me stesso a De Laurentiis (ride n.d.r.). Amo Napoli e ci tornerei di corsa, in qualsiasi ruolo. Comunque gli azzurri hanno una rete di osservatori molto buona in Argentina, di buoni giocatori ce ne sono tanto ma il Napoli non ha bisogno di un mio consiglio".
Facundo, cosa vuoi fare da grande?
"Voglio fare l'allenatore. In realtà sto studiando per aggiornarmi e prepararmi al meglio ed ho appena finito il corso. Ecco, pensandoci ho trovato un'altra strada per tornare a Napoli (ride n.d.r.). Non mi stancherò mai di ripeterlo: amo Napoli e rimarrò sempre un tifoso azzurro".
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