Leonardo Pavoletti ed il Napoli, un rapporto destinato a regalare grandi emozioni per tutti: calciatore, Sarri, tifosi. Ma la storia dell'attaccante nasce da lontano, dall'esplosione definitiva avvenuta a Varese nella stagione 2013-2014: a portarlo in biancorosso fu Mauro Milanese, attualmente direttore sportivo della Triestina, che in esclusiva per CalcioNapoli24 racconta un po' le sue impressioni sul nuovo attaccante del Napoli.
Allora direttore, il primo pensiero che ha di Pavoletti?
"Beh...uno che corre verso sempre verso la porta, uno che la butta dentro. Un grande finalizzatore, di quelli che attaccano il primo palo. Forse è tra i più forti attaccanti italiani in questo momento, quantomeno uno dei più prolifici. Leonardo è un ragazzo generoso, si farà amare dai tifosi"
Come nacque la trattativa?
"Fu una trattativa lunghissima! Ricordo che, non appena finì il campionato di Serie B, iniziò un affare che si sarebbe concluso soltanto il due settembre. Fu una questione di fiducia con il Sassuolo, una questione di rapporti che portarono alla chiusura unicamente a settembre: Cristiano Giuntoli lo voleva già ai tempi del Carpi, io riuscii a prenderlo offrendo la metà di Pucino ma soltanto dopo che il Sassuolo riuscì ad acquistare Floro Flores. Così facendo avrebbero avuto un'altra punta al fianco di Zaza, e a quel punto arrivò Pavoletti: fece la differenza, segnò tantissimo quell'anno..."
Cosa la colpì di Leonardo?
"Sicuramente la forza fisica: avevamo appena venduto Osarimen Ebagua, perciò ci serviva una prima punta. Pavoletti fu la scelta giusta, visti gli ottimi risultati che ha conseguito. E poi al fianco di Neto Pereira, che era più un numero 10 che un classico numero 9, andò a costituire una coppia formidabile..."
In campo abbiamo visto cosa è capace di fare Pavoletti, ma che tipo è a livello umano?
"Leonardo è un ragazzo positivo, molto sorridente e disponibile: uno che sa farsi apprezzare sia dai compagni di squadra, sia dallo staff tecnico. Avendolo conosciuto, penso che si integrerà bene: certo, Napoli è una piazza particolare ma sarà sicuramente bello e al tempo stesso curioso vederlo all'opera"
Si ricorda un aneddoto curioso su di lui?
"(ride, ndr) Devo dire che mi sorprese il suo maiale: era un portafortuna, inoltre una cosa simpatica. Normalmente uno parla di animali domestici e si riferisce ad un cane o ad un gatto..."
Ho letto una sua dichiarazione su Pavoletti, disse "Non ho corteggiato così tanto neppure la mia fidanzata"...
"E' vero, fu un rapporto lunghissimo da maggio fino a settembre (ride, ndr). La trattativa per portarlo a Varese fu lunghissima: volevo il calciatore, e chiamavo il suo agente ogni giorno. Forse ho avuto l'intuizione giusta, prima degli altri, affinchè il Sassuolo lo cedesse a noi: i dirigenti neroverdi di allora furono molto corretti, la creazione di ottimi rapporti portarono alla conclusione più felice della trattativa per il Varese. Certo, ogni giorno qualcuno sembrava che lo volesse...ma lui lui fece la scelta giusta: con Neto Pereira formò una grande coppia, magari avrebbe scegliere un'altra squadra e trovare qualcuno più egoista..."
Questo accadeva soltanto tre anni fa: ma in tutto questo, lei se l'aspettava che esplodesse così? Dalla B alla Champions...
"Sì, me l'aspettavo. E sapevo già allora che era un privilegio prenderlo in squadra: pensavo che il 2012-2013 fosse il suo ultimo anno in Serie B prima dell'esplosione vera e propria. Al Sassuolo aveva tanta concorrenza nel ruolo, a partire da Zaza, ma prenderlo e convincerlo a fare un altro campionato cadetto non ritenevo fosse facile. Invece Leonardo fece un passo indietro con grande maturità, dote che gli è servita eccome, malgrado Varese non fosse, magari, una piazza tra le più ricche. Ricordo che quando trovai l'accordo col Sassuolo, avrei voluto acquistare la metà del suo cartellino per 1,3 milioni di euro: la richiesta iniziale era di un milione e mezzo, sapevo che erano tanti soldi per la Serie B ma per me Pavoletti valeva un potenziale da 20 gol in campionato. E certi numeri secondo me valevano anche quattro milioni di euro: in quel momento, però, il presidente del Varese non mi ascoltò perchè il club non aveva così tanta disponibilità economica. Chissà, se le cose fossero andate diversamente magari adesso avrebbe avuto in tasca una bella plusvalenza..."
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