Bandiera di Parma e Fiorentina, simbolo della rinascita della Juventus nel post calciopoli, a 37 anni è in procinto di cambiare vita per trasferirsi a New York e giocare con i Cosmos nella NASL. Stiamo parlando di Marco Marchionni, ospite di oggi di CalcioNapoli24.it che lo ha contattato in esclusiva per una lunga intervista sul suo passato in bianconero e non. Ecco le sue parole:
Dopo l'addio al Latina, sei vicino al trasferimento ai New York Cosmos?
"Purtroppo ancora no, hanno iniziato sabato scorso il campionato. Ancora mi devono far sapere nulla. Però mi sono divertito, per quei giorni in cui sono stato lì ad allenarmi con loro. Speriamo bene...".
Invece sei mai stato vicino al Napoli in carriera?
"No mai, negli anni passati si vociferava qualcosa. Non è stato mai niente di concreto nè un avvicinamento vero. C'è stata una mezza chiacchierata, ma niente di più. E' normale che mi sarebbe piaciuto, a giochi fatti ti dico di sì. Sarei andato in una società che era comunque ambiziosa".
Come preparavate le gare contro gli azzurri quando eri alla Juve?
"Sinceramente nello stesso modo in cui preparavamo tutte le altre gare. Quando si è una grande squadra, gli stimoli e le preparazioni alle gare sono sempre gli stessi. Non dico che una valeva l'altra, ma quando si andavano ad affrontare le grandi squadre lo stimolo di vincere c'era sempre. Quello che preparavi era la voglia di scendere in campo e vincere le partite sempre".
Un tuo ricordo sulle sfide contro il Napoli?
"Il ricordo più bello, che non è bello per i tifosi azzurri (ride ndr.) è quello legato ai 2 gol segnati al Napoli. Ho avuto la fortuna di fare doppietta quando ero ad Empoli, è una cosa che mi porto dietro da sempre. Ho fatto sempre tante battaglie contro gli azzurri in campo".
Parma 2002-2003, cosa ti viene in mente di quello squadrone di cui facevi parte?
"Nella vita si incontrano tanti giocatori, ho avuto un rapporto splendido con tutti. Con Paolo Cannavaro avevamo un buonissimo rapporto, con le famiglie riuscivamo anche a vederci fuori dal campo. Poi è ovvio che si cresce, il quotidiano non lo vivi più. Quando sono arrivato a Parma, lui era lì già da un anno. Crescemmo insieme e mi ha aiutato tanto".
Com'è stato arrivare alla Juve nei primi giorni del post calciopoli?
"E' stato duro, è stato un momento un po' particolare. La Juve si è ritrovata in Serie B, ma appena arrivi in quella famiglia non è tanto la categoria che fai, è proprio l'ambiente che è tutto speciale. Bisogna starci dentro per sentire la differenza rispetto alle altre squadre".
Nel 2014 hai vissuto l'ultimo anno al Parma prima del fallimento. Avvertivate qualcosa in merito?
"Diciamo che purtroppo tante voci giravano, ma venivamo sempre rassicurati. Dovevamo credere a quello che ci dicevano. Noi dovevamo pensare soltanto al campo e a fare bene. Arrivammo tra l'altro anche sesti, qualificandoci per l'Europa League. Alla fine non c'andammo per quello che è successo. Col senno di poi uno vorrebbe sapere sempre la verità. Abbiamo fatto un anno fantastico, peccato per come è andata a finire".
Prandelli, Ranieri, Lippi, Trapattoni: con chi ti sei trovato meglio tra club e nazionale?
"Per me quello che è riuscito ad insegnare tanto e con il quale abbiamo ho anche tanti successi è Prandelli. Arrivammo anche agli ottavi di Champions con la Fiorentina uscendo contro il Bayern Monaco, quando l'arbitro non vide il fuorigioco sul gol del 2-1 dei tedeschi, per intenderci".
Mentre con Mihajlovic, perchè alla Fiorentina venisti messo ai margini della rosa?
"Con Sinisa sinceramente non c'era nessun problema, sono stato anche a Genova con lui. Mai avuto problemi. Non so perchè in quel periodo venni fatto fuori".
Come valuti il lavoro di Sarri a Napoli?
"Hanno dimostrato con i fatti che stanno facendo grandi cose, Sarri ha dato un'ottima impostazione. Ha trovato giocatori che sanno fare quello che chiede, col Real Madrid si è visto. Il Napoli in due partite importantissime hanno dimostrato di avere in rosa giocatori che possono esaltare le idee del tecnico".
Come finirà la sfida di Coppa Italia tra Napoli e Juve?
"La Coppa Italia è una competizione a se, è tutta un'altra cosa rispetto al campionato. In una partita può cambiare tutto, il 3-1 dell'andata della Juve è un risultato secco, ma può essere ribaltato. Se vediamo il Barcellona cosa ha fatto contro il Psg...".
Pronostico?
"Ad oggi penso che passi la Juve. Ma ripeto, il Napoli ha dimostrato che nelle difficoltà sa esaltarsi, vedremo. La vicinanza con la sfida giocata in campionato non influenzerà i giocatori. Ogni partita è una storia a se".
Una curiosità, come andò nel pre ritiro dell'Italia al Mondiale 2006? Sapevi che saresti stato escluso?
"Venivo da un infortunio dal quale recuperai ad ottobre, da ottobre a giugno mi guadagnai la fiducia di Lippi che mi convocò. Nel pre ritiro lui fu molto chiaro, mi disse che sarei stato una riserva, se qualcuno fosse mancato mi avrebbe chiamato per andare in Germania".
E' stato un grande rimpianto?
"Beh no, come rimpianto ho solo quello di non essere riuscito a fare più di quello che ho fatto. Avrei voluto sempre fare di più...".