Credete al destino? All'intreccio degli eventi, ai segnali o episodi curiosi? Alcuni di essi finiscono per cambiare la vita delle persone, percorsi e in certi casi anche carriere. Alcune volte rovinandole, altre invece rendendole magiche. Come quella di Juan Iturbe. Per un secondo ci piace immaginarlo nella metro di via Toledo, la più bella d'Europa. Una sorta di Gwyneth Paltrow dei giorni nostri. Una porta si chiude, un treno perso, un'altra storia che comincia. Un epilogo diverso, inaspettato. A tratti entusiasmante. Una storia che mette il turbo, o meglio l'Iturbo come lo chiamano i suoi fans. Chissà cosa proverà domenica quando al Bentegodi si ritroverà di fronte undici avversari in maglia azzurra. Una casacca che ha indossato virtualmente per qualche ora, nell'estate 2010. Il numero 10 dell'Argentina che aveva incantato tutti al mondiale Under 20 poteva diventare l'ultima icona della dinastia argentina che ha fatto sognare i tifosi partenopei. L'idea parte da Claudio Anellucci: "Micheli e Bigon mi chiesero secondo il mio punto di vista quale fosse il prospetto più interessante per tutta una serie di parametri. Non esitai un secondo: Iturbe. Era ancora acerbo, ma ero convinto che sarebbe diventato un animale. Dopo un'iniziale titubanza da parte del Napoli si trovò l'accordo". In poche ore la Futbol Transferencias avvia e porta al termine una trattativa lampo tra due mondi. Sbarcano a Castelvolturno in gran segreto Pierpaolo Triulzi, agente di Cavani e socio di Anellucci, e Gustavo Mascardi, noto agente Fifa nonchè rappresentate di campioni come Crespo, Veron, Aimar, Per Ayala e Batistuta (giusto per citarne alcuni, ndr) che da pochi mesi era rientrato nel giro del calcio sudamericano assicurandosi proprio le prestazioni del nuovo craque. Dettaglio curioso proprio in quei giorni viene testato dal tecnico della Primavera Miggiano, il figlio di Mascardi, Stefano. L'accordo col Napoli viene trovato in pochi giorni. De Laurentiis si assicura l'intero cartellino del giocatore, detenuto fin a quel momento da un fondo di investimento, come spesso accade in Sudamerica. Vengono affrontati e superati tutti gli ostacoli. Le bollicine che spumano nel brindisi a largo del Golfo di Napoli con De Laurentiis, Mascardi e le rispettive signore però hanno un retrogusto amaro. L'affare subisce un drastico dietrofront. Mazzarri storce il naso, non è molto entusiasta di dover plasmare un diamante grezzo. Il club azzurro, invece, si ritrova a lottare contro le restrizioni federali. Lo slot utile al tesseramento di un extracomunitario non si libera. Il tentativo estremo di parcheggiare il talentuoso trequartista in un altro club in Italia fallisce sul nascere. Il piano B non viene nemmeno preso in considerazione dal suo entourage. La trattativa salta. Iturbe finisce al Porto. Ma quella non è la sua terra. Per rilanciarsi fa ritorno per qualche mese al River. Poi l'intuizione del ds del Verona Sogliano. La società scaligera riesce a strapparlo ad una folta concorrenza e addirittura ad inserire negli accordi un eventuale riscatto a fine stagione pari a circa 18 mln. L'accordo viene chiuso al Crown Plaza, a pochi passi dalla sede gialloblù. Nell'hotel all'atto della fumata bianca, indovinate chi alloggiava quel giorno? Il Napoli! Era la vigilia della trasferta vittoriosa col Chievo. L'agente Fifa Triulzi in 24 ore riesce a piazzare Cavani al Psg (quinto trasferimento più costoso della storia del calcio) e Cirigliano e Iturbe al Verona. Pazzesco! Juan firma e incanta subito. Dribbling, serpentine, assist illuminanti, sassate dalla lunga distanza e pennellate sui calci piazzati. Ha la stoffa per imporsi in un campionato tattico come la serie A, di rompere la rigidità degli schemi con le sue accelerazioni. Un'occasione persa, forse, dal Napoli. Ma quello che nessuno sa è che Iturbe è già stato in città. Durante l'ultima sosta delle nazionali. A fare da 'Cicerone' è stato nientedimeno che uno scugnizzo doc, un figlio d'arte, che nelle vene ha globuli azzurri e albicelesti: Diego Armando Maradona Jr. Un'amicizia nata su Twitter: "L'ho conosciuto un anno fa grazie al social network. Ha giocato nel River, club a cui sono particolarmente legato, essendone tifoso. Sono andato in Veneto, l'ho conosciuto. Abbiamo cenato insieme, rigorosamente a base di asado. C'era anche Cirigliano. Poi ho ricambiato l'invito. Con me c'era anche Nunzio Marchione, assistente di Pierpaolo Triulzi. Gli avevo parlato molte volte della passione dei tifosi verso la squadra. Lui era molto affascinato dall'idea di poter ammirare i posti più suggestivi. E' stato mio ospite per un week end. La prima tappa del celere tour, doverosa, è stata al San Paolo. Vi rivelo che aspetta con ansia il girone di ritorno per poterlo vedere dall'interno, pieno, come le classiche e accese sfide contro la squadra di Mandorlini. Napoli l'ha stregato, non poteva essere diversamente per un argentino". Iturbe, un racconto ancora da scrivere con nuove pagine. Magari da domenica prossima.
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