ESCLUSIVA - Giunti: "Il calcio turco è cresciuto, ma con il Napoli non c'è partita. Tifosi caldi, ma corretti. Adoro il gioco di Sarri, il più bello di tutti. Nista? Riferimento anche per Buffon..."

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ESCLUSIVA - Giunti: Il calcio turco è cresciuto, ma con il Napoli non c'è partita. Tifosi caldi, ma corretti. Adoro il gioco di Sarri, il più bello di tutti. Nista? Riferimento anche per Buffon...

di Ciro Novellino

Il Napoli lavora in vista del prossimo match, il terzo del gruppo di Champions League. Ospite al San Paolo sarà il Besiktas, la redazione di CalcioNapoli24 ha raggiunto, in esclusiva, chi la maglia bianconera dei turchi l'ha vestita, ma che oggi è diventato allenatore della Maceratese, è Federico Giunti e queste sono le sue dichiarazioni: “Non bisogna mai disperare, se la si da vinta alla Juventus allora è dura. Non sono così convinto che la Juventus sia migliorata. Higuain ha fatto quello che ha fatto in azzurro ma la squadra giocava per lui. I bianconeri hanno perso Pogba che ha centrocampo vuol dire tanto e oggi non è un reparto forte come quello dello scorso anno. La sconfitta di Milano con l'Inter dimostra che questa squadra non è imbattibile, gli scontri diretti peseranno”.

Allora è giusto il rammarcio della piazza partenopea dopo la sconfitta con la Roma?

“Con l'Atalanta ci può anche stare, ma con la Roma non deve accadere. E' uno scontro diretto e anche interno. Hanno influito tantissimo gli episodi e quando regali alla Roma i gol poi la perdi”.

In Turchia ha vinto uno scudetto con la maglia del Besiktas, è quello un ambiente caldo...

“C'è una cultura calcistica importante in Turchia e il livello del campionato si è innalzato rispetto a quando c'ero io, anche se le squadre di Istanbul hanno sempre creato squadre importanti con calciatori di primo piano provenienti da campionati stranieri. Prima si giocava il campionato tra tre squadre, oggi non è così semplice con le squadre di contrno che sono cresciute. Il Napoli, per come è partita questa stagione di Champions, non deve temere il Besiktas, ma se stesso. A paragone, tra le due rose, non c'è partita. Il Napoli può lasciare i bianconeri a due punti e se nell'altro match scappa il pari, è già qualificato. I turchi, poi, in trasferta, non sono la stessa squadra che si affronta tra le loro mura amiche dove i tifosi sanno fare la differenza”.

In Turchia sarà un ambiente caldissimo, ma anche a Napoli ne arriveranno 2800 di tifosi

“Ho avuto modo di viaggiare in Europa con il Besiktas in Champions e giocammo contro la Lazio nel girone. A Roma non successe nulla. I tifosi turchi sono tanti a livello numerico, ma si sono sempre comportati in maniera corretta e spero che sia così anche a Napoli”.

Le faccio due nomi: Gabbiadini da un alto e Inler dall'altro

“Gabbiadini è il giocatore che in questo momento è sotto i riflettori. Dopo la perdita momentanea di Milik è il calciatore che ha più di tutti il peso dell'attacco sulle spalle ma ha anche le qualità per poter esplodere ed essere il più utile possibile alla squadra. Lo scorso anno ha pagato tanto il fatto che in rosa c'era un Higuain così. Deve solo stare tranquillo, farà la differenza. Inler, invece, è il simbolo del Besiktas: conosce bene il Napoli anche se è stato criticato oltre misura nel Napoli. Ha tiro, lancio e interdizione. Centrocampista universale che sarà riferimento per i suoi”.

E' mai stato vicino al Napoli?

“No, che io sappia no, anche se c'è stato un periodo prima di Parma e Milano che alcune squadre mi seguivano. Sarebbe stata una grande piazza nella quale giocare. C'è Sarri, un allenatore che viene dal basso e lo seguo costantemente. Il Napoli gioca il più bel calcio d'Italia, anche se non è riuscito a vincere lo scorso anno. A chi piace vedere il bel gioco, il Napoli è la squadra ideale”.

Lei ha citato il Parma, in quella squadra con lei giocava Nista, oggi preparatore dei portieri del Napoli. E' sempre stato un tipo silenzioso ma di grande carattere?

“(ride, ndr) Lui era il punto di riferimento dello spogliatoio. Rappresentava la parte bella e positiva, sapeva quale fosse il suo ruolo, avendo davanti Gigi Buffon, ma la crescita dei portieri di quegli anni del Parma è legata molto alla sua presenza. Il portiere nonn è sempre sicuro del posto ma dietro deve avere chi lo sostiene. Non lo conosco nel nuovo ruolo, ma credo che stia facendo bene”.

Nel milan invece con Paolo Maldini, come ha preso la sua risposta negativa sul suo ritorno in rossonero da dirigente?

“E' la persona giusta da coinvolgere, ma credo abbia voluto mettere in chiaro i ruoli che avrebbe ricoperto. Serviva maggiore chiarezza prima di un contatto. Lui può essere un valore aggiunto e non conta la mancanza di esperienza: conosce il calcio da tutti i punti di vista”.

RIPRODUZIONE RISERVATA

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