Omar El Kaddouri ha vissuto una doppia esperienza a Napoli nella stagione 2012/13 e dal 2015 al 2017. L'ex trequartista marocchino ha giocato anche nel Torino, prossimo avversario della squadra di Sarri in campionato. E' intervenuto ai microfoni di CalcioNapoli24 in un'intervista esclusiva.
"Mi sono infortunato una decina di giorni fa al flessore. Adesso starò fuori per circa due mesi, sto facendo un po' di cure e dovrei rientrare per fine gennaio".
Ti piace il campionato greco?
"Il livello non è come quello italiano. Le prime 5-6 squadre non sono male. Per il resto il livello non è altissimo. All’inizio era difficile. E’ un campionato molto fisico, non mollano niente. Si difendono in maniera compatta".
"Ovvio che un po’ di mancanza c’è. Ho giocato nove anni. Ma non ho nessun rammarico. Qui mi gioco il campionato e magari posso andare in Champions. A Napoli invece non sono stato neanche inserito nella lista…".
"Lui mi voleva sempre tenere. Quando gli parlavo di andare via in prestito o a titolo definitivo non voleva. Mi diceva che dovevo restare perchè mi avrebbe dato qualche possibilità di giocare. Da titolare in campionato però non giocavo mai. Mi schierava in Europa League, ma per loro era una competizione meno importante. Ho fatto 26 presenze, non è male comunque per questo Napoli".
"Stavo spesso con Mertens, Ghoulam, Koulibaly, Jorginho, Reina. Ci vedevamo anche fuori dal campo. Quando avevamo un giorno libero fittavamo una barca tutti insieme e andavamo ad Ischia o a Procida".
"Allora, stavamo andando in trasferta e stavamo prendendo l’aereo da Capodichino. Avevo due zaini, non so nemmeno il perché. Salimmo per le scale di emergenza per non incontrare nessuno ed eravamo scortati dalla sicurezza. Uno di questi due zaini lo lanciai insieme ad Higuain per le scale facendo finta che fosse una bomba. Iniziammo subito a correre come dei matti ed il tizio della sicurezza iniziò a correre insieme a noi per paura! Ci divertimmo un sacco, morimmo dalle risate".
"Non ne ho avuti molti. Ma ricordo i canti con la curva a fine partita dopo la vittoria per 2-1 contro l’Inter: fu un momento bellissimo".
"Anche a Torino mi facevano sempre questa domanda. Io rispondevo sempre: ‘State tranquilli, tanto la Juve non mi vuole’ (ride ndr). Difficile giudicare la scelta di qualcuno. Per i napoletani è complesso da capire, soprattutto perchè con la Juve c’è una rivalità molto forte. Però se ti vuole la Juve penso ti vogliano anche squadre di pari forza, quindi puoi considerare anche queste altre opzioni. Higuain poteva avere anche di più di Juve ed Arsenal dopo la stagione che fece al Napoli".
"E’ stata una delle ragioni per cui sono tornato a Napoli e in ritiro infatti volevo dimostrare a Sarri che in quel Napoli ci sarei potuto stare. Però il 30 agosto ha cambiato modulo con il 4-3-3 (ride, ndr). Io in quel modulo mi trovo molto più a mio agio come mezzala, piuttosto che come esterno. Invece Sarri non mi vedeva e mi schierava al posto di Callejon, un ruolo che non mi faceva impazzire. Glielo dissi. Ma ci giocavo lo stesso, non ho mai fatto problemi".
"Sì, sia per qualche infortunio che per scelte del mister. A 26 anni dovevo prendere una decisione. Mi è dispiaciuto moltissimo, perché a Napoli ci sono stato benissimo. Ho lasciato tanti amici. Ma dovevo pensare soprattutto al mio lavoro".
"Non ce n’era uno in particolare. Frequentavo sempre gli stessi tre, quattro ristoranti in cui i calciatori possono stare più tranquilli. Mi piaceva molto passeggiare sul lungomare di via Caracciolo, andavo spesso da Regina Margherita".
"Il polipetto alla luciana! Buonissimo. Ho provato ad assaggiarlo anche qui in Grecia, ma non c'è paragone…".
"A Napoli se ti riconosce una persona, anche se gli altri non ti riconoscono, ti chiedono comunque una foto. Bastava non farsi beccare (ride ndr). Ma comunque non mi ha mai dato fastidio l’affetto della gente, anzi. Con me comunque erano tranquilli. Però i vari Hamsik, Mertens o Higuain avevano difficoltà. Loro non potevano andare tanto in giro. E’ difficile, perché a volte magari uno vuol fare più cose in città… Ma Napoli è così, nel bene e nel male. A me piace".
"Certo. Contro la Roma!".
"No, dimmelo…"
"(ride ndr) Mi dispiace! Ho fatto perdere anche tante schedine con quel gol mangiato. Mi ricordo tutto, mi mandarono le foto della macchina distrutta".
"E’ tutto vero… Era la quarta giornata. Rimanemmo in dieci, prendiamo gol al 90’ del pareggio. Io mi ero spostato sulla destra vicinissimo alla panchina del Larissa. Il loro team manager mi insultava ad ogni azione. Io lo sentivo, a fine partita gli chiedo cosa volesse. Ci scambiamo due-tre parole, ma la cosa sembrava finire lì. Ce ne stavamo andando. Arriva il presidente da dietro, io pensavo fosse un magazziniere, e mi sputa addosso! Mi sono incazzato, menomale che mi trattennero, altrimenti avrei avuto 5-6 giornate di squalifica. Meglio così…".
"Ho sentito Pepe (Reina) dopo il sorteggio per Spagna-Marocco. Mi ha scritto subito dopo. Sento ancora Ghoulam, gli ho chiesto come stesse. Ma ho ancora rapporti con Jorginho, Dries… Ci credono allo scudetto".
"Al Napoli è molto difficile. In Italia non so. Calcisticamente in azzurro ho imparato tantissimo. Mi aspettavo qualcosa in più".
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