Dallo Stadio dei Marmi di Carrara al San Paolo di Napoli in pochi giorni. Eddy Gnahorè ha già fatto questo enorme salto sabato sera, quando ha visto la gara tra Napoli e Sassuolo dagli spalti dell’impianto di Fuorigrotta dopo aver lasciato i suoi compagni della Carrarese il giorno prima per svolgere le visite mediche con il club azzurro. Chi invece aveva lasciato la Carrarese già da qualche mese è Antonio Di Nardo, attaccante napoletano che ha visto crescere il neo centrocampista azzurro proprio tra le fila della squadra toscana. In attesa dell’annuncio ufficiale dell’acquisto del francese da parte del Napoli, la nostra redazione ha contattato Di Nardo (che ha militato per anni in Serie B tra Frosinone, Padova e Cittadella) per conoscere il suo parere su Gnahorè da ex compagno di squadra:
Che ricordi hai di Eddy?
“E’ un centrocampista di inserimento, come caratteristiche ricorda un po’ Paul Pogba. Ha gli stessi movimenti tattici in campo e le sue movenze. E’ un centrocampista interno che nei 3 di centrocampo può giocare sia a sinistra che a destra. E’ sempre stato un ragazzo che saltava comunque agli occhi per le sue grosse qualità, quando aveva la palla nei piedi non te la faceva più vedere. Ha questa grande qualità”.
Ricordi qualche sua intemperanza in campo?
“E’ normale che come tutti i giovani doveva comunque crescere sotto alcuni punti di vista. Il fatto che aveva queste grandi qualità tecniche lo faceva esagerare un po’ nel portare la palla tra i piedi. Mi fa piacere che comunque sia finito subito nel mirino di una grande squadra come il Napoli”.
E’ pronto per il salto in Serie A?
“Stiamo parlando comunque di un giovane, ma secondo me sarebbe pronto per la massima categoria. E’ un ragazzo di grossa stazza fisica e sa giocare a calcio, queste due caratteristiche sono fondamentali per il salto di qualità”.
Anche già nel Napoli?
“Credo che in questo Napoli sarebbe un po’ azzardato farlo giocare, in questo momento gli azzurri hanno una pressione d’ambiente e di tutto il campionato che potrebbe fargli male, non dico bruciarlo perché lui è uno che ha grande personalità, non si fa di certo scoraggiare da queste cose. Da parte mia però gli farei comunque fare un’altra esperienza in un club piccolo di Serie A o B”.
Un aneddoto su Eddy:
“E’ sempre stato un ragazzo riservato, veniva al campo e stava lì in un angolo ad allenarsi e tornava a casa. Ha avuto sempre una testa un po’ particolare, arrivava sempre in ritardo e stavamo sempre lì a bastonarlo. Era un po’ un suo limite questo. Tante volte gli ho detto di migliorare questa caratteristica perché comunque sono sciocchezze, ma c’è bisogno comunque del rispetto nel gruppo. Da parte mia gli ho sempre detto che per le sue caratteristiche e per il giocatore che è, più sarebbe salito di categoria e meno fatica avrebbe fatto a stare in campo. Lui mi guardava sbalordito e mi diceva: “Ma che dici? Stai scherzando…” Spero proprio di averci visto giusto!”.
La paternità prematura lo ha cambiato?
“Non aveva bisogno di cambiare, lui è sempre stato un bravo ragazzo, andava dal campo a casa e da casa al campo e basta. Aveva dei momenti di vuoto, a volte non capiva che c’erano delle regole da rispettare all’interno dello spogliatoio. E’ capitato anche che è arrivato con un’ora di ritardo agli allenamenti. Penso che quando sarà in Serie A sarà tutto diverso. Inizierà a maturare. Tutti fanno questi errori da giovane, è capitato anche a me".
Hai giocato anche con Nicolao Dumitru quando eri al Cittadella, cosa ne pensi dell'attaccante azzurro quest'anno in prestito al Latina?
"Ha grosse qualità tecniche, ma a differenza di Gnahorè ha fatto un po' di fatica nel calcio vero. Ha avuto mille chance in diverse squadre e non è mai esploso, un motivo ci dev'essere".
Novità per il tuo futuro calcistico?
“Per ora mi sto allenando con la Frattese, li ringrazio per darmi la possibilità di allenarmi. Nei prossimi giorni deciderò il mio futuro e capire se rispondere o meno a qualche chiamata”.
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