Baiano a CN24: "Real-Napoli, ci fu un episodio davvero strano. In campo avevo il cuore a mille, ma era tutto surreale. Quell'altoparlante al Bernabeu..."

E venne il giorno di Real Madrid-Napoli. O almeno ci siamo quasi. La sfida in terra iberica torna nuovamente ad essere giocata dagli azzurri dopo 30 anni dalla prima volta al Bernabeu, quando il Napoli uscì sconfitto 2-0 dallo stadio madridista completamente vuoto a causa della squalifica del campo dei blancos. In quella che fu la sfida che mise a confronto Maradona, Butragueno e tanti altri campioni dell'epoca, a fare il suo esordio in Coppa dei Campioni ci fu anche Francesco Baiano, attaccante di quel Napoli mostruoso la davanti. La nostra redazione ha contattato in esclusiva Baiano per rivivere quella sfida in vista della gara di mercoledì sera. Ecco le parole dell'attuale tecnico del Varese: 

Che aria si respirava al Bernabeu?
"Noi abbiamo giocato a porte chiuse, però sentivamo che fuori dallo stadio c'era tantissima gente. C'era un altoparlante che ci faceva sentire ciò che accadeva fuori. Si sentivano cori, un'atmosfera surreale. Quando giochi in quello stadio che è veramente immenso, anche come struttura, è stata surreale". 

Ci descrivi l'emozione che hai provato a subentrare in quella gara?
"Sinceramente quando sono andato a scaldarmi avevo il cuore che batteva a mille. Entrato in campo ho pensato solo a dare il meglio, è un ricordo indelebile che porterò sempre con me. Giocare al Bernabeu contro il Real per la squadra di cui sei tifoso, è stato emozionante e bello". 

Se ne è parlato tanto, ma ci sveli cosa successe davvero nel tunnel degli spogliatoi?
"Mi ricordo che andando verso lo stadio c'era un fiume di persone, non potendo vedere la partita erano tutti lì sulla strada che portava al Bernabeu. C'era tanta gente anche nel tunnel. La cosa che mi sembrava veramente strana era che nonostante la gara fosse a porte chiuse, all'interno del tunnel e del sottopassaggio c'erano tutte quelle persone. Insulti e sputi contro di noi? Sinceramente non ricordo, sono passati 30 anni...".

Il falso nueve Mertens ti somiglia parecchio come giocatore...
"Come caratteristiche sicuramente si avvicina a me. Sia lui che Insigne, anche se Lorenzo si allarga di più. Come caratteristiche ci siamo però, aiutati entrambi da un gioco palla a terra e molta profondità".

Chi sarà l'uomo chiave al Bernabeu per il Napoli?
"E' normale che noi racchiudiamo tutto in chi fa gol. Il Real è una squadra fatta di singoli, vive dei grandi singoli che ha in rosa. Ronaldo, Modric, Benzema. A differenza del Real, il Napoli ha un gioco di squadra. Non è il singolo che esalta la squadra, ma viceversa. Penso però che proprio Mertens sia l'uomo che potrà fare la differenza". 

Un pronostico sulla doppia sfida?
"Si dice tanto che il Real Madrid è favorito. I blancos sono favoriti solo per un motivo. Hanno tantissimi giocatori abituati a questi eventi. Hanno poi un blasone che il Napoli non ha. Sul piano del gioco, il Real Madrid è in difficoltà, il Napoli invece è in grande spolvero. Nel Real Madrid però con Cristiano Ronaldo si parte sempre 1-0, motivo per cui do un vantaggio al Real per queste cose qui. Do un 55% di possibilità di passare ai blancos, dipenderà molto dal risultato di mercoledì. Se il Napoli dovesse fare un grande risultato o almeno con un gol segnato pur perdendo, ci sarebbe una spinta in più per la sfida del San Paolo". 

Hai rimpianti sulla tua avventura in maglia azzurra finita anzitempo? 
"Rimpianti? Da tifoso sono stato contento di far parte di quel Napoli che annoverava campioni di grandisismo spessore. A pensare che Carnevale che era un nazionale faceva la panchina, ho sempre detto che sarei dovuto nascere 10 anni dopo per far carriera a Napoli. In quella squadra c'erano dei grandissimi giocatori, sono dovuto andare in giro a fare esperienze per giocare. Sono stato contento ugualmente. Ho fatto tutte le giovanili tra le fila degli azzurri".