ESCLUSIVA - Apuzzo: "Marino vietò al mio Napoli di disputare il Viareggio, ma lo stupimmo così. Non facevo giocare Insigne, ma c'era un motivo. Sepe? Se c'è Rafael..."

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ESCLUSIVA - Apuzzo: Marino vietò al mio Napoli di disputare il Viareggio, ma lo stupimmo così. Non facevo giocare Insigne, ma c'era un motivo. Sepe? Se c'è Rafael...

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Era il tecnico della Primavera azzurra all'epoca dei vari Lorenzo Insigne, Ciano, Maiello e Luigi Sepe. Mister Ernesto Apuzzo è l'ospite di giornata della redazione di CalcioNapoli24.it, che l'ha raggiunto in esclusiva per affrontare svariati temi: dal miracolo 'Primavera' ai problemi societari nei quali navigava il Napoli anni addietro, senza tralasciare la crescita professionale dei giovani da lui allenati. 

Il Torneo di Viareggio, una manifestazione alla quale il suo Napoli non partecipò, dal 2007 al 2009, quando lei sedeva sulla panchina azzurra. Come mai? "Sotto la mia gestione, è vero, il Napoli non disputò il Torneo di Viareggio. Fu una scelta del Direttore Pierpaolo Marino, che non ritenette opportuno mandare i nostri giovani in una vetrina così importante. Per me fu un enorme rammarico. Era come se la Germania o la Francia non pertecipassero agli Europei di calcio".

Lei ci rimase male suppongo. Ebbe un confronto diretto con Marino? "No, mi bastò leggere una sua intervista su un importante quotidiano nazionale in cui disse che la squadra non era pronta per certi palcoscenici. Da una parte mi stimolò leggere quelle righe, mi diede un grosso stimolo a fare ancor di più con quel Napoli e l'anno successivo arrivammo ai Play Off di campionato e affrontammo il Genoa di El Shaarawy". 

Che aria tirava in quel periodo? Come mai la Primavera ed il settore giovanile non avevano una 'fissa dimora'? "All'inizio ci allenavamo al Kennedy, ai Camaldoli, dove dividevamo il campo con la Berretti di Pompilio Cusano. La situazione era quasi insostenibile e la società decise di spostarci a Cercola, dove avevamo un bellissimo impianto a nostra disposizione. Ma anche lì durò poco..."

Ma le hanno mai parlato di un progetto che coinvolgesse tutte le categorie del settore giovanile, per tenerle tutte vicine a Castelvolturno? C'era l'idea di creare un nuovo centro nella zona del litorale domitio? "S'è n'è sempre parlato, ma non c'erano i presupposti. Qualcuno diceva fosse 'colpa' della negligenza di De Laurentiis, ma non era così. Secondo me, sotto c'era qualcosa di veramente grande, molto più grande di noi. Pensate che, di recente, ho parlato con un ragazzo che giocava all'Udinese, ma che ora è in Spagna, e mi ha detto che lì ogni club, dal più ricco al meno ricco, dispone di un centro dove i giovani lavorano insieme, senza distaccarsi troppo dalla prima squadra". 

E' soddisfatto della sua esperienza a Napoli? "Sì, sì, assolutamente sì. Ho avuto alle mie dipendenza giocatori del calibro di Giannone, Sepe, Insigne, Ciano e Maiello, gente che ora gioca tra A e B. Non a caso mi fu rinnovato il contratto di cinque anni". 

Ecco, Luigi Sepe. Secondo lei avrà il giusto spazio a Napoli se dovesse far ritorno a casa? C'è qualcuno che ancora non è convinto delle sua capacità. "Lo conosco molto bene, anche caratterialmente. Il suo esordio col Napoli, in A, al Franchi di Firenze, dopo quell'errore, avrebbe tagliato le gambe a chiunque. Invece s'è ripreso col tempo. Se gioca Rafael a Napoli può farlo anche Sepe".

Ma è vera la storia che Lorenzo Insigne, con lei in panchina, non giocava da titolare? "Sì, ma un attimo solo. Non giocava perchè la società mi diede dei giocatori più grandi d'età che dovevo lanciare, a discapito di quelli più giovani. Io, per fortuna, ho sempre preferito fare meritocrazia ed è per questo che, forse, non ho fatto carriera. Non appena mi seri conto che Insigne e Maiello erano più in gamba degli altri, li misi in squadra e non li tolsi più".

E invece Maiello e Ciano? Si aspettava una crescita professionale diversa? Magari li avrebbe visti in Serie A come Insigne? "Sono ancora giovani e c'è tempo. Basta un campionato buono in Serie B e ti si aprono le porte del calcio che conta. Secondo me Maiello potrebbe già giocare in A, è un calciatore intelligentissimo e può fare vari ruoli"

E Ciano? "E' a quota dieci gol in B col Crotone, Facciamogli finire il campionato e poi vedremo".

A proposito di giovanili e di Torneo di Viareggio. Lei nel 1975 faceva parte della Primavera della Lazio e segnò un gol nella finale del Torneo viareggino, proprio contro il suo Napoli. Ci racconta quella giornata? "Mi vengono i brividi. Io giocavo nella Lazio di Bruno Giordano e di Manfredonia. Segnai il goal del vantaggio, poi ce ne divorammo un'infinità e il Napoli ce ne fece due e vinse il Torneo. Ricordo ancora i titoli dei giornali del giorno dopo. "A Carnevale ogni scherzo vale. Ha vinto il Napoli".

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