di Ciro Novellino
"La Juventus vince ma gioca male. Io ho una mia idea: credo che il calcio è semplice, devi fare bene la fase difensiva e offensiva, ma l'obiettivo e' il risultato, devi arrivarci in qualunque modo, mi viene da sorridere, va benissimo tutto, anche di quelli che fanno calcio spettacolo, ma lo vado a vedere al circo, qui dobbiamo vincere le partite, far i tre punti, cerco di far vincere la squadra, ho giocatori bravi. Quando senti dire tante cose, basta fare l'opposto di quello che dicono e si ottiene il risultato", Massimiliano Allegri è stato diretto, senza fare nomi, non si è esposto in maniera totale, o forse l'ha fatto soltanto non in maniera globale. Ma è chiaro capire che il riferimento è tutto verso il Napoli, verso Sarri e forse verso quella 'panchina d'oro' non andata giù: sottratta per essere data a chi del bel gioco ne fa sua virtù, ne fa stile di vita.
Il circo “è uno spettacolo dal vivo articolato in varie esibizioni di abilità fisica, detti numeri, svolto generalmente in una pista circolare ma anche diffusamente, nel corso dei secoli come nel panorama attuale, su una scena frontale. Gli spettacoli del circo hanno luogo sotto il tendone, in appositi edifici, così come all'aperto o in sale teatrali regolari o anche in sale abbastanza grandi”. Ma forse il paragone non regge... la pista è circolare, il Napoli gioca su un rettangolo di gioco in uno stadio e non sotto un tendone, ma diverte, questo si, e tanto, e in questo come dare torto a Max.
Quello che si è visto ieri allo stadio Olimpico di Roma è un qualcosa di unico, sembra quasi che la doppia sfida con la Juventus, giocate magnificamente al di là del risultato finale, siano stati il viatico per uno sblocco definitivo: un'esaltazione tale da stravincere e dare la sensazione di averlo fatto con tranquillità, senza avversari. Il Napoli visto contro la Lazio ha divertito e vinto, nel segno di Insigne e Callejon, i due esterni che, al pari di Mertens, divenuto sempre più 'nueve' e non 'falso nueve', che ha relegato in panchina chi nueve nel vero senso della parola è, stanno facendo una stagione unica.
L'Allegri pensiero è forse divenuto interpretazione storica, letteraria, sembra ricordare quasi 'La volpe e l'uva' di Esopo: reagire a una sconfitta, in questo caso il bel gioco, sostenendo di non aver mai desiderato la vittoria, o disprezzando il premio che si è mancato di ottenere. Forse c'è consapevolezza di avere una rosa forte, con grandi campioni, ma non mostrare attraverso loro il bel gioco e quindi la 'battutina' diventa così modo di volerne prendere le distanze. E' vero, alla fine contanto i trofei, conta vincere e mettere in bacheca coppe, ma è anche vero che se queste arrivano divertendo, lasciano un segno nella storia.
Il Milan di Sacchi, il Napoli di Vinicio, per fare due esempi, sono ricordati soprattutto per il bel gioco espresso nei loro anni, e ad oggi, il Napoli di Sarri sta dando la sensazione generale di essere al passo vincente, quello che, fatto di un progetto dove le qualità imprenditoriali di De Laurentiis stanno portando ad acquisti mirati, giovani, ma già pronti al calcio internazionale, può portare nel giro di poco tempo alla vittoria. E allora 'venghino Signori venghino...'
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