Rimontare 6 punti in 7 gare, è già successo due volte nella storia recente: la Juve lo sa bene...

Editoriale  
Rimontare 6 punti in 7 gare, è già successo due volte nella storia recente: la Juve lo sa bene...

Difficile ma non impossibile, soprattutto in uno sport come il calcio. Dopo la cocente sconfitta dcontro l'Udinese, il sogno scudetto degli azzurri sembra definitivamente svanito a favore del carrarmato Juventus.
Eppure, in un passato abbastanza recente, ci sono stati due casi in cui quando tutto sembrava perduto, tutto si è ribaltato inaspettatamente con un esito clamoroso.

Uno scudetto ormai cucito sul petto, bottiglie pronte da stappare e animo predisposto alle feste, in due occasioni che hanno fatto la storia della serie A, sono rimaste delle semplici illusioni, o meglio...cocenti delusioni.
Correva l'anno 1998-99 quando il Milan a -7 dalla Lazio capolista a 7 giornate dal termine, è autore di un recupero clamoroso. I biancocelesti che conquistano la vetta e ad inizio Aprile  ma nel giro di due settimane crollano inaspettatamente, perdendo prima nel derby contro la Roma di Zeman e successivamente in casa contro la Juventus.

I rossoneri iniziano seriamente a crederci. Fino a quel momento la squadra di Zaccheroni aveva anche ricevuto qualche critica di troppo. Ma il gruppo è solido e vincente. In un altalena di emozioni e un finale inarrestabile con sette vittorie consecutive, il Milan sorpassa la Lazio alla penultima giornata trionfando a Perugia la settimana successiva grazie alle reti di Bierhoff e Guglialminpietro.

L'anno successivo ha un finale non meno inaspettato. A 7 partite dal termine del campionato, la Lazio, questa volta nei panni dell'inseguitrice, ha ben 6 punti di svantaggio dalla Juventus.

La vecchia signora comincia perdere punti e un gol di Simeone regala lo scontro diretto del Delle Alpi ai biancocelesti. 
la Juventus di scena al Curi contro il Perugia e la Lazio impegnata in casa con la Reggina, due provinciali già sicure della salvezza e senza più nulla da chiedere alla stagione.

Come da pronostico, i biancocelesti sbrigarono facilmente la loro pratica, mentre ciò non accadde in Umbria dove i bianconeri uscirono sconfitti per mano dei grifoni di Carlo Mazzone, in una partita passata alla storia: l'arbitro Pierluigi Collina decise di sospendere le ostilità sullo 0-0 per impraticabilità del campo causa forte pioggia, per poi farla proseguire non appena il terreno, che divenne "pesante", ebbe drenato tutta l'acqua che aveva allagato lo stadio perugino fra le proteste dei torinesi che chiedevano invece, come da regolamento, la ripetizione dato che il secondo tempo comiciò alle 17:11, con oltre un'ora di ritardo dalla sospensione. Alla ripresa del gioco i biancorossi, grazie a un guizzo del loro capitano Alessandro Calori, fecero cadere la Juventus sul traguardo di un torneo che fino a pochi giorni prima sembrava ampiamente indirizzato verso Torino, consegnando di fatto il tricolore alla Lazio che vinse così, quel 14 maggio, il suo secondo scudetto.

Si tratta di due casi che hanno fatto la storia del calcio italiano. Senza dubbio clamorosi ma altrettanto veri. 

Sono tanti i fattori che possono decidere uno scudetto che non dipendono solo dalle forze in campo e che possono rendere un successo, se possibile, davvero indimenticabile.

Insomma...non succede...ma se succede...

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