Reina-Napoli, conferma forzata e colpe societarie. Ma basta parlare di amore

Editoriale  
Pepe Reina è un calciatore spagnolo, portiere del Napoli e della nazionale spagnolaPepe Reina è un calciatore spagnolo, portiere del Napoli e della nazionale spagnola

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Mettiamola così: che Pepe Reina abbia 'deciso' di rimanere a Napoli soltanto per amore della piazza, della maglia, dell'affetto dei tifosi...è qualcosa a cui è francamente difficile credere. Certo la professionalità non è venuta meno nella famosa estate dei certificati medici, ma pensare che Pepe abbia 'messo da parte' l'offerta milionaria del Paris Saint-Germain solo per una questione sentimentale è pazzesco. Se Reina non è andato via, è perchè il Napoli non ha voluto...e lui non ha forzato la mano.

Pepe Reina ha un accordo fino al 30 giugno 2018, punto. Ed è tenuto a rispettarlo, da calciatore sotto contratto. Ci sono pochi discorsi da fare, sotto questa visione. Ovviamente il Napoli non ha gestito benissimo l'intera vicenda: non perchè l'abbia portato a scadenza - e tale rimarrà, c'è più di qualche dubbio sulla volontà di De Laurentiis di prolungare l'accordo -, bensì perchè in due mesi non si è fatto praticamente niente.

Alle spalle di Pepe ci sono Luigi Sepe e Rafael: uno rimasto per via delle regole e delle liste di Serie A e Champions League, l'altro perchè dotato di stipendio oneroso e per il quale si contano sulle dita di una mano le squadre che, favolisticamente, potrebbero pensare di prenderlo dopo la bellezza di due partite negli ultimi due anni (Sepe almeno è arrivato a sette). Dunque alle spalle di un portiere che va a scadenza di contratto ci sono ben nove partite in due anni. Nell'anno in cui si punta allo scudetto, non sembra essere la situazione migliore.
 
Il Napoli non ha ceduto Reina per due ragioni abbastanza semplici:

  1. le tempistiche, perchè in quattro giorni non si può chiudere per un titolare e cederne un altro - visti i tempi del club per chiudere una trattativa;
  2. Sarri, che ha sempre ritenuto Reina fondamentale nello spogliatoio prima ancora che in campo. Sotto sotto possiamo immaginare che De Laurentiis, da sempre attento alle plusvalenze, davanti ai sei-sette milioni del Paris Saint-Germain sarebbe capitolato volentieri avendo l'alternativa sotto mano.

D'altronde è stato lo stesso De Laurentiis a sbandierare, negli ultimi mesi, una poco celata volontà di mettere Reina da parte:

"Ha un contratto ancora per un anno. E' indubbiamente un punto fermo, non vedo problemi. Anche se noi dobbiamo pensare al futuro, e non posso andare a prendere un bravissimo portiere giovane di 20 anni: probabilmente devo orientarmi su un portiere che abbia una sua maturità. C'è bisogno poi della capacità di gestire due primedonne, non perchè di fama internazionale: devono essere tutti e due utilizzabili. Se si vuole investire su un futuro anagrafico, dev'essere di età tra i 25 ed i 28 anni: bisogna programmare per i prossimi dieci anni".

Di programmazione per i prossimi dieci anni in porta, effettivamente, non se ne vede a meno di considerare Sepe il futuro del Napoli.

Dopo le parole di aprile, un'altra uscita pubblica da parte del presidente:

"Un'alternativa a Reina? Ci sto lavorando da due mesi, non sto riuscendo a trovarla. Tra me e voi c'è una differenza, tra me e Giuntoli, tra me e Sarri: io sono uno al quale piace il rischio calcolato. Non ci metterei nulla a dire che arrivi un giovane, l'anno prossimo sarò nella stessa identica condizione. Pepe ha il contratto in scadenza, tra un anno ci sarà un problema. Se si infortunasse, che facciamo? Oggi come oggi, se dipendesse da me prenderei uno sul quale puntare e terrei il bravissimo ed esperto, nonchè carismatico Reina. Pepe è il più forte e ha tutta la mia fiducia, gliel'ho data quando non lo conoscevo. Se Reina stesse con me a vita, sarei felicissimo. Per me Reina dovrebbe stare nel Napoli a vita: dice sempre che ama tanto la città, vorrei fosse convinto che bisogna essere spassionatamente sinceri. Oggi come oggi mi serve Reina, ma se devo pensare al futuro magari Pepe fa delle cose mirabolanti: una cosa è farle per 15-20-25 partite, un'altra è il peso di doverne fare 47".

Dipendesse da De Laurentiis, sarebbe arrivato un altro portiere. Non è andata così, anzi: si è arrivati al post-qualificazione di Champions League con un portiere che, legittimamente, ha visto nel Paris Saint-Germain un approdo sicuro - tramite l'agente, condiviso con Emery - e dal punto di vista economico molto allettante. A quasi 35 anni, a fine carriera, tutti farebbero - giustamente - così. Un Reina che ha poi constatato, chissà se con dispiacere oppure no, l'impossibilità di trasferirsi: sarebbe stato sconveniente, avrebbe dovuto rompere lui con la piazza che tanto lo ama dimenticandosi, talvolta, di qualche suo errore. Ha dovuto mettere da parte il Paris Saint-Germain, una squadra che gli offriva la possibilità di competere ad un livello europeo certamente più alto del Napoli. Stavolta dobbiamo confidare nella sua professionalità, sperando in nessun calo fisico o mentale.

Se Reina da una parte non ne esce benissimo, assumendo la parte di chi ha cercato di andare via ("E' un addio? Non lo so"), anche per una questione puramente economica - ripetiamo, legittima -, dall'altra parte la società è anch'essa colpevole di aver portato la situazione a questo punto. Se a luglio si dice che si è alla ricerca di un portiere da due mesi, e a fine mercato ci sono gli stessi di sempre, le responsabilità non possono essere distribuite. Certo, c'è il Mondiale e uno come Rulli preferisce giocare titolare per aspirare alla manifestazione. Ma non può essere soltanto così. 

"Tra me e voi c'è una differenza, tra me e Giuntoli, tra me e Sarri: io sono uno al quale piace il rischio calcolato. Il problema è che a me piace il rischio e poter dire 'ho sbagliato'. Bisogna avere la consapevolezza che si può sbagliare" disse De Laurentiis. Il fatto è che, in porta, non si è nemmeno rischiato, o non si è potuto rischiare, tirando le somme.

Adesso avanti con Pepe Reina, fino al 30 giugno 2018. Sperando che possa andare tutto per il meglio, con serenità. Altro che lacrime: basta con un giorno all'improvviso, l'amore per Napoli, la pizza, il mare, il mandolino, i tweet. Si pensi al campo, che è meglio. Che sia rinnovo oppure partenza a parametro zero, in questo momento, non dovrebbe essere l'argomento principale. Chissà come la pensa Sarri, o lo stesso Reina, quando si tornerà a parlare con la stampa.

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