Napoli-Verona, quando il biscotto andò di traverso: quel comico tentativo di combine che ha fatto la storia

Editoriale  
Napoli-Verona, quando il biscotto andò di traverso: quel comico tentativo di <i>combine</i> che ha fatto la storia

Che Verona e Napoli siano divise da un forte antagonismo sportivo, è risaputo. Questo però non toglie che le due società, per il bene individuale abbiano provato un riavvicinamento, in alcuni casi paradossale, addirittura grottesco. Stagione calcistica di Serie A 1973 - '74. Il Napoli di Luis Vinicio, concluse il campionato al terzo posto per la gioia del Presidente Ferlaino. Nelle ultime giornate però, un tentativo di 'combine', che al cospetto di quelli attuali fa quasi tenerezza, vede coinvolte alcune società in lotta per la salvezza, come Verona, Foggia e Sampdoria ed una che non ti aspetti: Il Napoli.

L'attaccante azzurro, il brasiliano Sergio Clerici, che concluse il campionato con ben 15 reti all'attivo, è un ex giocatore del Verona, il cui presidente è Saverio Geronzi. I due sono rimasti in ottimi rapporti e si sentivano spesso. Pare che però, Geronzi, in una di queste telefonate, abbia calcato un po' la mano per convincere Clerici a dare il meglio contro il Foggia, e ad ammorbidirsi contro il Verona. La telefonata, però, sarebbe stata denunciata proprio dal Foggia, e scattò il caso dell'estate. Il Foggia, infatti, pareggiò 1-1 col Napoli e fu proprio Clerici a siglare il gol del pareggio azzurro, mentre il Verona, riuscì addirittura ad imporsi di misura al San Paolo ai danni degli azzurri.

Clerici, interrogato, ammise la telefonata. Il brasiliano tentava di giustificarsi sottolineando che furono solo chiacchiere disinteressate tra vecchi amici. La procura non si lasciò convincere anche perchè la telefonata avvenne il 21 aprile, proprio alla vigilia di Napoli-Verona, e perchè lo stesso Geronzi assicurò al giocatore ormai trentatrenne, tra una chiacchiera e l'altra, una concessionaria FIAT in Brasile. Lo scandalo sembrava aver destinato i gialloblù alla Serie B, ma il Foggia riuscì nell'ardua missione di fare ancora di peggio.

Poco prima della partita Foggia-Milan del 19 maggio, infatti, il segretario pugliese , Affatato, provò a corrompere il direttore di gara Menicucci di Firenze, consegnandogli tre orologi, di cui uno del valore di 700-800 mila lire. L'arbitro non solo rifiutò sdegnato ma denunciò l'accaduto all'Ufficio Inchieste, mentre la Gazzetta dello Sport, stampò tutto in prima pagina. In primo grado si decise che il Verona non sarebbe retrocesso per non favorire il Foggia, ma avrebbe cominciato la stagione successiva con tre punti di penalizzazione. Geronzi e Affatato furono inibiti per tre anni, mentre Fesce, presidente del Foggia, subì solo tre mesi di squalifica.

Sembra finita ma non è così. La Sampdoria retrocessa sul campo, ricorse in appello per interesse legittimo e chiese la retrocessione del Verona che l'avrebbe fatta ripescare in Serie A. La Corte d'Appello sancisce la discesa in B dei veneti e sei punti di penalizzazione per i pugliesi che li seguono a ruota. Morale della favola: tra i due litiganti, il terzo gode. Verona e Foggia in B, Sampdoria ripescata in A.

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