La mossa di Calzona che ha liberato Kvaratskhelia: cosa ha funzionato e cosa no contro la Juventus | FOCUS

Editoriale  
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Napoli-Juventus 2-1, analizziamo gli aspetti positivi e quelli negativi del successo ottenuto dagli uomini di Calzona al Maradona contro i bianconeri di Allegri

Notizie Napoli calcio. Un paziente in ripresa ma ancora non del tutto guarito: è quello che emerge dall'importante vittoria del Napoli sulla Juventus, con Raspadori che ha regalato tre punti preziosi alla squadra di Calzona nella rincorsa Champions. Tra miglioramenti ed aspetti da rivedere e correggere, andiamo ad analizzare cosa si è visto nella serata di ieri. 

Kvaratskhelia al top con la cura Calzona

Un nome su tutti: Khvicha Kvaratskhelia. Il georgiano è tornato ad essere decisivo, con un gol capolavoro ed una prestazione a tutto tondo. Spicca il 92.7% di passaggi riusciti, sintomo di come con Calzona sia tornato a sentirsi più a suo agio largo a sinistra: libero di svariare e di inventare, il vero segreto è nella coralità dell'azione che sviluppa il Napoli. L'innesto di Traorè sta dando una grande mano allo stesso Kvaratskhelia che beneficia dei movimenti senza palla in verticale dell'ex Sassuolo: la ricerca dello spazio libero porta meno pressione al georgiano, che difficilmente viene triplicato con semplicità ed ha un appoggio maggiore su Traorè o le sovrapposizioni di Olivera

Il suo miglioramento non è dunque casuale, ma ricercato negli automatismi che Calzona sta riportando nel suo Napoli. Il tutto è evidenziato anche dal fatto che Kvaratskhelia sia stato il secondo azzurro (dopo Osimhen) che ha fatto registrare la maggior velocità di sprint (32.48 km/h). A chiudere il cerchio c'è anche la posizione media del georgiano, secondo azzurro più avanzato in fase di possesso palla della Juventus. Tradotto: meno campo da coprire, più energie risparmiate e maggiore libertà di movimento. La cura Calzona inizia ad avere i suoi effetti: il Napoli sta ritrovando la sua stella polare.  

Napoli-Juventus, cosa non ha funzionato

Di certo questo Napoli sta mostrando notevoli passi avanti dalla cintola in su, ma in fase difensiva sono ancora diversi i difetti da correggere. Ieri la Juventus si è rivelata estremamente "sprecona" in zona gol, divorandosi almeno quattro palle gol nitide. Sintomo di come la difesa di Calzona vada ancora registrata. Se da una parte i centrali hanno tenuto botta, le problematiche maggiori arrivano sulle corsie laterali. Gli esterni sono stati spesso saltati seccamente nell'uno contro uno da Chiesa e compagni, soffrendo una parziale copertura della mediana (ancora alla ricerca delle distanze giuste tra i reparti).  

La prima occasione di Vlahovic nasce da un errore in uscita di Olivera, con Rrhamani che si stacca troppo dal centravanti che tuttavia manda sul fondo di testa. Il palo colpito dal serbo, poi, arriva con un errore di lettura di Di Lorenzo sul fuorigioco (scatta avanti con ritardo), mentre l'occasione di Cambiaso nella ripresa arriva per una mancata preventiva laterale ed una difesa che collassa verso il centro. Da matita rossa anche il gol di Chiesa, con l'uscita combinata di Olivera e Zielinski che non arriva ed il bianconero lasciato troppo libero nel poter prendere la mira e calciare in porta. Non ultimo anche il brivido finale su Rugani, colpevolmente solo in mezzo all'area con le distanze ormai perse dagli azzurri. 

Un novero di occasioni rischiose che, se sfruttate, avrebbero portato probabilmente ad un risultato differente. Al momento è questo il lavoro maggiore che spetta a Calzona: le distanze tra difesa e centrocampo, unitamente ai movimenti degli esterni difensivi, saranno i prossimi step da completare per portare definitivamente il Napoli alla guarigione. 

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