La conferenza della bussola

Editoriale  
La conferenza della <i>bussola</i>

L'analisi delle dichiarazioni di De Laurentiis nella conferenza stampa dei due ritiri del Napoli, tra passato e futuro

"Un anno fa, lei disse due cose: 'Questa squadra (quella dello scudetto, ndr) potrebbe allenarla chiunque'. S'è ricreduto sull'importanza dell'allenatore, cui affidare il progetto tecnico? E qui a Palazzo Petrucci, sempre un anno fa, parlò di un casting da 35 nomi per la panchina del Napoli. Adesso ha parlato di non ripetere certi errori, di anticipare i tempi rispetto al 'ritardo' della scorsa estate e ha parlato della scelta Mazzarri-Calzona piuttosto di un Tudor che la vincolava per un anno e mezzo. Ha quindi già preso l'allenatore, è solo da annunciare, o siamo ai casting come un anno fa? Ma soprattutto, che tipologia di allenatore serve per questa rifondazione?'.

Non ho avuto una risposta (perché stavolta non c'era spazio per la nostra domanda), ma probabilmente sarebbe stata un lungo girotondo di parole. Un po' come per altri temi trattati (le poche risposte dirette e dettagliate, sono quelle delle solite chiacchiere. Stadio, centro sportivo. Decine di versioni diverse solo nelle ultime uscite pubbliche di quest'anno).

Quello che viene fuori dalla conferenza dei ritiri è che l'allenatore non c'è ancora. Si sfuggono le domande sul tema. Non ha già firmato, o abbozzato un accordo totale. Non si è certo al casting da 35 nomi, ma non si è già alla progettazione di mercato e futuro della rosa con un nuovo tecnico. Ed è certamente motivo di riflessione, visto che il Napoli ha scelto due traghettatori come MazzarriCalzona in questa stagione, per scegliere con decisione il prossimo allenatore. De Laurentiis non smentisce il nome di Conte, tiene solo aperte tutte le porte, che serve ad allontanare critiche e contestazioni, in caso di un ipotetico accordo sfumato all'ultimo (e c'è chi da giorni, settimane, getta acqua sul fuoco su questa pista). Poi ci sono Gasperini, più dietro Italiano-Pioli e chissà, qualche altro nome alla Tedesco che rappresentano piano B e C.

Parla di rifondazione, ricostruzione e non chiude all'addio di altri big oltre Osimhen (come Kvaratskhelia), cita gli allenatori presi con critiche (Spalletti) o dal basso (come Sarri dall'Empoli), ma poi non smentisce l'unico nome fatto in conferenza, quello di Conte, che farebbe pensare ad un altro tipo di progetto nel breve/medio termine. "Non è l'unico uomo che può guidare il Napoli", sottolinea, e questo resta senza dubbio condivisibile. Ma perché aspettare finora, gettando all'aria una stagione e un piazzamento in Europa con due traghettatori, se non si ha già il nuovo allenatore? Hai già il sì di un allenatore attualmente sotto contratto? Resta l'unica speranza, chiunque esso sia.

Altrimenti sarebbe quantomeno discutibile ricreare la stessa situazione di un anno fa (confermata in conferenza dallo stesso De Laurentiis, col 'no' di ThiagoMotta e la scelta di non interferire fra Italiano e la Fiorentina), perché si rischierebbe lo stesso epilogo: aspettare GasperiniItaliano a inizio giugno, per poi magari non riuscire a concretizzare in tempi stretti.

Anche su altri temi, De Laurentiis ostenta sicurezza in conferenza stampa. Ma rispetto ad altre volte è meno preciso, non va sempre dritto al punto e si perde in un giro di parole, vaneggiando. Dal trattenere Rudi Garcia ("la stampa mi ha spinto all'esonero", troppo semplicistico, si spera che un'azienda del genere non ragioni così) al mercato di gennaio fatto così, a tentativi, senza una lucida analisi ("tranne per Ngonge"). Fino al ribadire che i mali degli azzurri sarebbero iniziati con quel Napoli-Milan sotto Spalletti: vien da chiedersi quali sarebbero i segnali o le motivazioni di quest'esternazione. Una partita si sbaglia anche nella stagione perfetta, e il Napoli la fallì pensando già alla Champions. "Il Napoli è crollato da marzo": il 19 marzo, il Napoli vinse a Torino 4-0. Il Napoli ad aprile dominò sulla Juventus a Torino, a maggio fece ancora una grande partita con l'Inter, battendole tutte e 19, liberi ormai dalla pressione di dover vincere aritmeticamente lo scudetto. E su Kvara"Non ha segnato fino a novembre", ma a settembre segnò all'Udinese al Maradona. Ribadisce la "juventinità di Giuntoli""noi siamo il Napoli, siamo i loro rivali", ma prende Giovanni Manna come nuovo DS. E tratta con Conte.

Insomma, su tanti temi del passato prossimo, c'è ancora tanta confusione. Sono stati davvero questi i veri problemi che hanno portato al fallimento di questa stagione? Non ci risulta. Ed è un segnale preoccupante. Confusione che s'è riversata negli ultimi mesi anche sul tema stadio: Bagnoli, l'arrivo in barca tutti insieme, la data dell'inaugurazione e i sopralluoghi. Poi vengon fuori i soliti (sempre noti) problemi: il bradisismo (eppure nell'intervista concessa a Chiariello disse: "Ma tra Piazzale Tecchio e Bagnoli, che differenza c’è? Nessuna"), la viabilità complessa di quella zona e i lotti già assegnati da decenni per specifiche funzioni. Non si sapeva già? Altro tempo sprecato. Infine il centro sportivo"a settembre la prima pietra", ma incalzato sul dove, sul luogo, parla di "area da trovare".

La conferenza della bussola, uno strumento che serve a orientarsi. A non perdere l'orientamento. In questo momento, la sensazione (e speriamo fortemente di sbagliarci) è che si sia perso un po' il senso dell'orientamento. Se la vision è sempre la stessa, si hanno meno certezze sulla mission della SSC Napoli. Troppe scelte fatte di pancia non hanno portato i loro frutti, anzi. Troppe scelte fatte alla leggera, in un mercato così competitivo si pagano. E il Napoli le pagherà presumibilmente con una stagione senza Europa.

È il tempo delle scelte, De Laurentiis deve individuare il nuovo allenatore, perché questo Napoli non può "essere allenato da chiunque". E un secondo errore sarebbe imperdonabile. Sebbene sia una scelta da ponderare, il club azzurro ha avuto mesi e mesi per ponderare la sua scelta. Solo da ufficializzare o siamo ancora in alto mare? Servirà scegliere il giusto orientamento, Antonio Conte o rifondazione dal basso che sia. E sostenerla con forza, senza condizionamenti esterni.

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