La solitudine si cura col contatto con la realtà

Editoriale  
La <i>solitudine</i> si cura col contatto con la realtà

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis si è reso protagonista di una serie di comportamenti poco consoni alla sua persona e al ruolo che ricopre

Ultime notizie SSC Napoli - L’escalation di Aurelio De Laurentiis, l’esplosione del suo carattere sempre vivace e mai banale, lo sconfinamento all’interno di territori che poco si addicono ad espressioni come gentilezza, tranquillità, modi garbati. Nel giro di due settimane prima se la prende con DAZN, poi con Sky, poi con i giornalisti che a detta sua non sarebbero ‘meritevoli’ di intervistare i propri tesserati per ragioni di tifo che, peraltro, non fanno e non devono far parte delle caratteristiche della categoria - altrimenti non si è giornalisti, si è altro.

"La solitudine genera l'originalità, la strana e inquietante bellezza, la poesia, ma anche il contrario: l'abnorme, l'assurdo, l'illecito" - Thomas Mann

di Claudio Russo (@claudioruss)

Se Aurelio De Laurentiis rappresenta, ed è, il Napoli, la scena di Barcellona, in solitudine ma davanti a centinaia di persone - e milioni sul web, grazie alle immagini della trasmissione spagnola El Chiringuito e a quelle del feed in bassa frequenza registrate dalla camera di Sky -, è un colpo all’immagine che si vuol dare all’esterno. Pochi secondi di una bassezza impressionante, perchè da un uomo di 74 anni, Cavaliere del Lavoro della Repubblica Italiana, sarebbe incomprensibile aspettarsi cose del genere. Ancor di più sul palcoscenico europeo, sotto gli occhi di tutti, alla vigilia della partita economicamente più importante degli ultimi anni. Certi scatti d’ira a cosa sono dovuti? Possibile si debba incappare in scenette che fanno poco ridere?

"La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà" - Anthony de Mello

Premesso che nel 2024 non ci si può scegliere i giornalisti a piacimento, pseudo-tifosi o meno. Si può decidere di rompere i rapporti bruscamente con l’ex radio ufficiale - con tanto di punzecchiature sterili perduranti fino alla conferenza pre-Barcellona; si può decidere di pagare una multa a seconda dei capricci che si hanno (è una lotta di potere? È una strategia per avere un posizionamento migliore nel sistema calcio, in modo da poter avere maggiori ritorni economici?); si può decidere di mettere in mostra atteggiamenti trash poco consoni al ruolo che si ricopre.

Il calcio però non è Vacanze in ritiro, per citare uno dei titoli che ha portato negli anni al cinema. E non è nemmeno Vacanze in Conferenza Stampa, anche perchè la decisione di non organizzarne più priva il Napoli di presenza sui media - relegato nelle pagine secondarie, spazio televisivo minimo indispensabile - tutto a sfavore dei tifosi, che vorrebbero sentire i protagonisti ed invece si ritrovano, giustamente, opinionisti che fanno notare i comportamenti inconsueti. Complicare ed ostacolare il lavoro altrui a cosa porta, poi?

"Siamo due razze, sulla terra: la razza di coloro che hanno bisogno degli altri, per esser calmi e sereni, e che nella solitudine sono spossati, affranti, come per l'ascensione a un formidabile ghiacciaio o per la traversata d'un deserto; e la razza di coloro che invece per la presenza di altre persone provano stanchezza, fastidio, oppressione, mentre l'isolamento li calma, li riposa profondamente nell'indipendenza e nel capriccio del loro pensiero" - Guy de Maupassant

L’uomo è solo di fronte alla scelta, e De Laurentiis ha scelto un comportamento che non giova a nessuno. A lui in primis, al Napoli - inteso come marchio riconosciuto - subito dopo. Perchè il Napoli è De Laurentiis, e De Laurentiis è colui che in conferenza stampa vuole consegnare dei fogli con le statistiche su Lindstrom. È colui che ha fatto e detto tante cose anche in contrasto tra loro all’interno della stessa stagione, con Garcia. Per fermarsi a questa stagione, sia chiaro.

De Laurentiis è anche fortunato, perchè di fronte certo non ha qualcuno che gli risponde a tono, scendendo sul piano delle parole fuori contesto, spingendo via il microfono e la telecamera. Ci sono modi e modi, personalità e personalità, atteggiamenti ed atteggiamenti. "Credo che senza cattiveria non ci sia commedia", disse in una intervista Volfango De Biasi, regista di alcuni degli ultimi film prodotti da De LaurentiisCome ci si sentirebbe dall’altra parte? A sentirsi dire come fare il proprio lavoro, a rendere dogma uno schema di gioco, a cercare di imporre le persone con cui avere rapporti.

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